A letto con il nemico

Sleeping with the Enemy

USA 1990
Sposatasi giovanissima, dopo tre anni e sette mesi Laura Burney continua a vivere malissimo. Il marito Martin è uno psicopatico e a suo dire non si lasceranno mai, vivendo nella splendida e isolata villa sulla spiaggia. Martin alterna ricchi doni e gelosie infondate, botte autentiche e brutalità. Una notte in cui i due sono in barca con un tale da poco conosciuto, durante un improvviso uragano che rende ardua la manovra della vela, Laura si getta in acqua, e scompare. Il marito ulula e si infuria e deve adattarsi a darla per morta, mentre lei, arrivata nello Jowa, sentendosi finalmente libera, affitta un grazioso cottage, e frequenta corsi di teatro in un Istituto universitario, ricambiando di simpatia e poi di amore Ben Woodward, un giovane professore il quale, malgrado i silenzi e le reticenze della donna, sembra a lei attaccatissimo. Per Laura - ora si fa chiamare Sara - è una nuova vita, più lieta e normale. Ogni tanto, travestita per prudenza da giovanotto, va a trovare la madre cieca presso una casa di riposo per anziani. Ma Martin apprende per puro caso (una ex-amica della moglie) che Laura andava un tempo in piscina (mentre a lui aveva detto che non sapeva nuotare, detestando l'acqua) e subodora qualcosa. Egli si lancia così in una caccia sfrenata, ansioso di vendetta e di rivincita: scopre l'asilo della suocera; si spaccia per agente di polizia e si fa dare l'indirizzo del college; infine individua la casa di Laura e lei stessa, avendo il sangue agli occhi quando la vede viva e spensierata con Ben sull'ottovolante di un Luna Park. Deciso a tutto, Martin penetra una sera nel cottage: dopo una colluttazione con Ben che ha la peggio e resta svenuto sul pavimento affronta Laura, che nell'alterco riesce a prendere la pistola di Martin. Questi con un invito provocatorio, sfida Laura a telefonare alla polizia. Costei al telefono esclama: "ho ucciso un estraneo penetrato minaccioso in casa"; poi freddamente spara al marito.
SCHEDA FILM

Regia: Joseph Ruben

Attori: Patrick Bergin - Martin, Julia Roberts - Sara/Laura, Kevin Anderson - Ben, Elizabeth Lawrence - Chloe, Kyle Secor - Fleishman, Tony Abatemarco - Loke, John David Ward - Ragazzo, Nancy Fish - Donna sull'autobus, Bonnie Cook - Signora Nepper, Marita Geraghty - Julie, Graham Harrington - Sacerdote, Claudette Nevins - Dott. Rissner, Sharon J. Robinson - Infermiera Sharon, Sandi Shackelford - Edna, Harley Venton - Garber

Soggetto: Nancy Price

Sceneggiatura: Ronald Bass

Fotografia: John Lindley

Musiche: Jerry Goldsmith

Montaggio: George Bowers

Scenografia: Doug Kraner

Costumi: Richard Hornung

Effetti: David S. Williams Jr., Syd Dutton, Illusion Arts Inc., Bill Taylor, Calvin Joe Acord

Durata: 96

Colore: C

Genere: THRILLER

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Tratto da: Romanzo di Nancy Price

Produzione: LEONARD GOLDBERG

Distribuzione: TWENTIETH CENTURY FOX (1991) - 20 CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT (SILVER & GOLD, LINEA BLU)

CRITICA
"Un thriller duro che, scandagliando le ordinarie follie della classe media americana, ripropone i rapporti di "Attrazione fatale" con i personaggi rovesciati. Julia Roberts è brava, ma Patrick Bergin ha una parte assurda, quasi macchiettistica". (Alfio Cantelli, Il Giornale).

"Mentre la trama si insterilisce passando dal dramma al giallo, Julia Roberts riesce ad offrire un'interpretazione accurata e tenera". (Giampaolo Pioli, Il Tempo).

"Il regista parte bene con uno stile vivace e una bella fotografia e poi, lungo la strada, impoverisce la storia indugiando in certe zone superflue e perdendo concentrazione in quelle più attese dagli amanti del brivido". (Giovanni Grassini, Il Messaggero).

"Julia Roberts fa quel che può; ma il film è un incidente nella brillante carriera dell'attrice". (Lietta Tornabuoni, La Stampa).

"I dialoghi sempre eccessivi, le vicende avventurosissime certi dettagli gonfiati oltre ogni lecita misura, fanno pensare mentre nuovi episodi si aggiungono senza troppo ordine ai precedenti, che il regista Joseph Ruben abbia in mente una parodia del film di suspence. Il thriller all'antica gli sembra misera cosa. Vuol fare qualche cosa di più raffinato. Ma la presa in giro di un genere richiede intelligenza e un tocco di cinismo che purtroppo gli difettano". (Francesco Bolzoni, L'Avvenire)