48 ore per non morire

Rage

MESSICO 1966
Il dottor Reuben è l'unica persona designata ad occuparsi dell'assistenza sanitaria in un campo di lavoro che sorge in una zona deserta del Messico dimenticata da Dio. Il dottore, vivendo nel rimorso di aver provocato, anni prima, la morte di sua moglie e del loro figlio, non riesce a darsi pace e a ricominciare a vivere. Non lo scuotono neppure le attenzioni di Perla, una ballerina che, dopo essersi esibita nel piccolo villaggio, è rimasta lì per amore suo. Quando però uno degli operai muore di rabbia sotto ai suoi occhi impotenti, il dottore finalmente si riscuote. Anche lui è stato morso dall'animale idrofobo e deve arrivare al più presto nella città più vicina per farsi somministrare l'antitetanica. Una donna incinta, però, sta per perdere il suo bambino e Reuben decide di rinunciare a un po' del suo tempo per operarla, mettendo così a tacere la sua coscienza e il ricordo di sua moglie. L'intervento riesce e Reuben, insieme al novello padre e a Perla, inizia la sua corsa verso l'ospedale e la salvezza.
SCHEDA FILM

Regia: Gilberto Gazcón

Attori: Glenn Ford - Doc Reuben, Stella Stevens - Perla, David Reynoso - Pancho, Armando Silvestre - Antonio, Ariadna Welter - Blanca, José Elías Moreno - Fortunato, Dacia González - Maria, Quintín Bulnes - Pedro, Valentín Trujillo - José, David Silva - Conducente di autobus, Susana Cabrera - Moglie dell'uomo anziano, Pancho Córdova - Anziano, Maura Monti

Soggetto: Guillermano Hernández, Gilberto Gazcón, Jesús Velásquez

Sceneggiatura: Fernando Méndez, Teddi Sherman, Gilberto Gazcón

Fotografia: Rosalío Solano

Musiche: Gustavo César Carrión

Montaggio: Carlos Savage, Walter Thompson

Scenografia: Ramón Rodríguez Granada

Costumi: Mario Huarte

Altri titoli:

El mal

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM, TECHNICOLOR

Produzione: CINEMATOGRÁFICA JALISCO S.A., JOSEPH L. SCHENCK ENTERPRISES INC.

Distribuzione: CEIAD

NOTE
"Il film narra una vicenda piuttosto originale e lo fa in maniera scorrevole, anche se molto indulgente verso certi espedienti spettacolari e certi risvolti psicologici e sentimentali piuttosto risaputi. Ambientazione, fotografia ed interpretazione formano il dignitoso corredo d'un lavoro nel complesso gradevole." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 61, 1967)