40 Mq di Germania

40 Mq Deutschland

GERMANIA 1986
Libera e intraprendente, intelligente e bella, l'americana Lauren Slaughter è laureata ad Harward e compie un lavoro di ricerca a Londra presso un Istituto britannico per il Medio Oriente, ai cui problemi politici e sociali essa è particolarmente interessata. Poiché la borsa di studio è insufficiente, Lauren, incuriosita da una videocassetta che un anonimo le ha inviata a domicilio, si rivolge all'Agenzia Jasmin, la quale organizza il lavoro di accompagnatrici destinate ai Vip ed agli uomini d'affari di passaggio a Londra. Ingaggiata, Lauren non ci mette molto a scegliersi, tra i clienti, quelli che possono assicurarle lucrosi e personalissimi "straordinari". Avviene così che essa incontra Lord Bulbeck, un brillante uomo politico inglese, che ha l'incarico di metter pace fra arabi ed israeliani. E i due si innamorano. Ma il Lord, a prezzo di appuntamenti mancati e di piacevoli week-end mandati all'aria, è votato al suo scopo, ostacolato tuttavia da un maturo playboy e faccendiere arabo, il quale in combutta con altri mira ad eliminarlo, facendo con ciò saltare le premesse del trattato auspicato dagli inglesi. Usata da parte araba come esca, la dottoressa si trova invischiata in una trappola rischiosissima, che dovrebbe scattare proprio nel giorno del suo compleanno e nel corso di un incontro con Bulbeck. Ma il servizio segreto di Sua Maestà, che ha sempre seguito e protetto l'uomo, interviene al momento giusto, proprio quando l'energica Lauren eliminata una spia penetrata con uno stratagemma nel suo alloggio, sta per essere uccisa da un suo presunto amico.
SCHEDA FILM

Regia: Tevfik Baser

Attori: Marita Petersen, Reinhold Fama, Özay Fecht - Turna, Demir Gökgöl, Mustafa Gulpinar, Grit Mackentanz, Yaman Okay - Dursun

Soggetto: Tevfik Baser

Sceneggiatura: Tevfik Baser

Fotografia: Izzet Akay

Musiche: Claus Bantzer

Montaggio: Renate Merck

Scenografia: Wolf Seesselberg

Costumi: Marina Heinrich

Altri titoli:

Quaranta metri quadri di Germania

Vierzig mq. Deutschland

Durata: 80

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Produzione: TEVFIK BASER FILM PRODUKTION, STUDIO HAMBURG FILM PRODUKTION

Distribuzione: ACADEMY (1987) - GENERAL VIDEO

CRITICA
"'40 metri quadri di Germania', film tedesco (e non esente da influssi creativi rintracciabili nel solito Fassbinder) diretto dal regista turco Tevfik Baser. Duro e lancinante il film costruisce una dinamica spietata con movimenti di macchina lenti, precisi, inesorabili. La macchina da presa pedina Turna nelle sue ossessioni e l'accompagna fino alle soglie del delirio. E sebbene la tematica doppiamente razziale (quella dell'emigrato ma anche quella uomo-donna) possa apparire forse scontata all'educato e 'civilizzato' pubblico europeo, il risultato emotivo non fallisce nelle intenzioni di denuncia esistenziale più che direttamente politica, di universalizzazione dell'angoscia più che di discriminazione sociale." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 21 Agosto 1987)

"C'è un'altra lezione più ampia da cogliere in '40 metri quadri di Germania', questa sul primato dell'affabulazione che emerge dalla smilza 'Lezione' (Einaudi) di Roland Baerthes: 'La letteratura assume in sé più di un sapere... Se, per un qualsiasi eccesso di socialismo o di barbarie, tutte le nostre discipline, tranne una, dovessero essere espunte dall'insegnamento, l'unica che dovrebbe essere risparmiata è la disciplina letteraria, poiché nel monumento letterario sono presenti tutte le scienze... La letteratura è la realtà o, per essere più precisi il bagliore del reale'. Nei titoli di testa della versione italiana del film, presentato in originale con didascalie, c'è una dedica commovente a Tarcisio Vitali, scomparso pochi mesi fa dopo avere accompagnato per dieci anni come press agent la crescita della distribuzione Academy nel campo del cinema d'autore. Cogliamo anche noi l'occasione per ricordare un milite ignoto della cinefilia, che ha speso tante fatiche per l'affermazione di un cinema non banale. Tarcisio lavorava alacremente per una causa in cui credeva e ora, alla vigilia della proiezione privata di un bel film, la sua telefonata amichevole e discreta ci mancherà." (Tullio Kezich, 'Repubblica', 21 Agosto 1987)

"Dunque, l'affollata comunità turca in Germania ovest, emblematicamente rappresentata da una coppia di giovani, Turna e Dursun, costretti, come molti loro connazionali, a vivere in un appartamento di poche diecine di metri quadrati. Vivono da emarginati, lui ad un solo livello, in fabbrica e fuori, per qualche rigurgito razziale, lei, invece, ad un livello doppio, come immigrata e come donna, poiché il marito, continuando gli usi del proprio paese (la tradizione come unica fonte di sicurezza di un ambiente ostile), le impedisce di varcare la soglia di casa. Un senso d'angoscia viene trasmesso dalle immagini, che danno la stessa impressione come di una tv a circuito chiuso, riprendendo - con ritmo uguale, ossessivo perché così è la vita di Turna e Dursun - un universo racchiuso in se stesso, senza possibilità di riscatto. Un film di denuncia bruciante come un grido nella notte, talora quasi sgradevole - e il linguaggio ridotto all'osso accresce questa sensazione - da considerare con interesse (soprattutto umano). Gli interpreti, sobri come il film, sono Ozay Fecht e Yaman Okay." ('Il Tempo', 28 Agosto 1987)