36 - Quai des Orfèvres

36 Quai des Orfèvres

Buon ritorno al "polar" con la coppia Auteil - Depardieu: poliziotti rivali in una Parigi desolante

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FRANCIA 2004
Tra Lèo Vrinks, capo della squadra anticrimine, e Denis Klein, capo della squadra investigativa e pronto intervento, si è scatenata la battaglia per la conquista del comando del '36, Quai des Orfèvres'. Un tempo grande amici, ormai tra loro è guerra aperta per sgominare una terribile banda di malviventi ma soprattutto per il cuore della bella Camille...
SCHEDA FILM

Regia: Olivier Marchal

Attori: Daniel Auteuil - Leo Vrinks, Gérard Depardieu - Denis Klein, André Dussollier - Robert Mancini, Roschdy Zem - Hugo Silien, Valeria Golino - Camille Vrinks, Daniel Duval - Eddy Valence, Francis Renaud - Titi Brasseur, Catherine Marchal - Eve Verhagen, Guy Lecluyse - Groluc, Alain Figlarz - Francis Horn, Vincent Moscato - Jenner, Anne Consigny - Helene Klein, Stéphane Metzger - Smao, Solene Biasch - Lola Vrinks A 11 Anni, Aurore Auteuil - Lola Vrinks A 17 Anni, Philippe Chaubet - Guardia Al Cimitero, Christine Chansou - Interno All'Ospedale, Christian Geffroy - Funzionario Fbs, Stephanie Coubard - Anne Valence, Mylène Demongeot - Manou Berliner, Jean-Louis Bihoreau - Padre Di Camille, Denis Sylvain - Prefetto Di Polizia, Eric Defosse - Rolf Winterstein, Ivan Franek - Bruno Winterstein, Laurent Olmedo - Tony Vargas, Christophe Rouzaud - Staneck, Frederic Maramber - Giudice Rousseau, Serge Beuchat - Daniel Seurat, Thierry Guerrib - Said Attia, Cyrille Hertel - Jamel Attia, Stephane Orsolani - Said Chenaf, Ludovic Berthillot - Nounours, Jo Prestia - Victor Dragan, Olivier Marchal - Christo, Lena Jam-Panoi - Jade, Patrick Medioni - Robert Boulanger, Anna D'Annunzio - Florence Belkrim

Soggetto: Julien Rappeneau, Dominique Loiseau, Frank Mancuso, Olivier Marchal

Sceneggiatura: Olivier Marchal, Frank Mancuso, Julien Rappeneau, Dominique Loiseau

Fotografia: Denis Rouden

Musiche: Erwann Kermorvant, Axelle Renoir

Montaggio: Hugues Darmois

Scenografia: Ambre Fernandez

Costumi: Nathalie du Roscoät

Effetti: Stephane Bidault, Autre Chose

Durata: 110

Colore: C

Genere: DRAMMATICO POLIZIESCO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: GAUMONT, LGM PRODUCTIONS

Distribuzione: MEDUSA (2005)

Data uscita: 2005-01-21

CRITICA
""Il titolo è l'indirizzo della questura di Parigi e la storia di questo polar (il noir alla francese) è purtroppo tutta vera. (...) Può sembrare un giallo come tanti. Invece '36, Quai des Orfèvres' è un polar di brutale iperrealismo girato da un ex-poliziotto che conosce il milieu come le sue tasche e dà a ogni immagine potenza e precisione impressionanti. Immaginate un Michael Mann francese (modello dichiarato è 'Heat') che però racconti da dentro miti e riti, intrighi e miserie della polizia. Di qui le scene migliori: l'addio al collega che va in pensione con i flic sbronzi che fanno il tiroasegno su un topo, le esequie del flic ucciso per una carognata di Depardieu, i gesti folli dei banditi. Peccato che pur rielaborando storie vere e dettagli di prima mano, 36 sterzi poi verso una truculenta vendetta stile 'Conte di Montecristo'. Anche perché Marchal, così dotato per azione e ambientazione, sul fronte dei sentimenti ha la mano assai meno felice." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 gennaio 2005)

"Regista è l'ex poliziotto Olivier Marchal che racconta in diretta sulla sua pelle. Storie di feroci rapine e di sbirri senza pietà, di infiltrati, di corruzioni e di carognate. (...) Ottimo il ritmo, straordinari i personaggi: basta invitare un flic a bere una birra per avere mille storie, dice l'autore. Poliziesco con un lato di melodramma virile: Bene e Male hanno ruoli divisi & complementari. Il film corre veloce anche per la presenza di una coppia di sbirri capaci di produrre plus valore di emozione, Depardieu e Auteuil." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 22 gennaio 2005)

"Scritto e diretto da un ex poliziotto, Olivier Marchal, un noir crepuscolare e straziante per il quale, in Francia, qualcuno ha speso il nome di Jean-.Pierre Melville. Esagerando, francamente. Eppure, basta pensare alle serie sulla polizia diffuse dal piccolo schermo per vederlo come un antidoto alle banalità con cui i modelli correnti distribuiscono bene e male. Diversamente dalla tv, qui il confine è dolorosamente vago, incerto: guardie e ladri, amicizia e odio, lavoro e vita privata si mescolano, spingendo gli individui alla deriva. Quel che delude, in parte, è che da tali premesse Marchal imbocchi poi la via di un melodramma alla 'Conte di Montecristo', commentato da una musica tonitruante fino a rimbambirti e montato con tale scrupolo dimostrativo da ripetere, tre o quattro volte, le stesse cose." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 21 gennaio 2005)