Il giovane Sébastien ha imboccato una strada pericolosa che lo trascina in un mondo in cui il caos regna sovrano e alcuni uomini giocano con la vita di altri uomini...
SCHEDA FILM
Regia: Géla Babluani
Attori: George Babluani - Sebastien, Philippe Passon - Jean-Francois Godon, Pascal Bongard - Arbitro, Vania Villers - Sig. Shlondorff, Fred Ulysse - Alain, Aurélien Recoing - Giocatore, Augustin Legrand - Jose'
Soggetto: Géla Babluani
Sceneggiatura: Géla Babluani
Fotografia: Tariel Meliava
Scenografia: Bernard Péault
Altri titoli:
13 Tzameti
Durata: 95
Colore: B/N
Genere: THRILLER
Specifiche tecniche: 35 MM, SCOPE
Produzione: OLIVIER OURSE E JEAN-MARIE DELBARY PER LES FILMS DE LA STRADA, QUASAR PICTURES
Distribuzione: TEODORA FILM (2006)
Data uscita: 2006-06-30
NOTE
- PRESENTATO ALLA 2^ EDIZIONE DELLE "GIORNATE DEGLI AUTORI" (VENEZIA 2005), DOVE HA VINTO IL PREMIO "LUIGI DE LAURENTIIS" PER LA MIGLIOR OPERA PRIMA.
- FILM PRESENTATO CONTEMPORANEAMENTE IN 10 CITTA' - IN VERSIONE ORIGINALE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO - NELL'AMBITO DI "CINQUE PEZZI FACILI", INIZIATIVA ORGANIZZATA DALLA TEODORA FILM IN FAVORE DI OPERE DI QUALITA', PREMIATE NEI MAGGIORI FESTIVAL INTERNAZIONALI, CHE LA CENSURA DI MERCATO RENDE INVISIBILI.
GLI ALTRI 4 FILM SONO: 'THE YES MEN' DI OLLMAN-PRICE-SMITH,' IL TEMPO CHE RESTA' DI FRANÇOIS OZON, 'SOAP' DI PERNILLE FISCHER CHRISTENSEN, 'TOUGH ENOUGH' DI DETLEV BUCK.
CRITICA
"Gèla Babluani, autore di questa sconvolgente opera prima, già premiata al Sundance e a Venezia, è un 27enne georgiano che racconta l'odissea di un giovane emigrato a Parigi che va a un appuntamento al posto di un altro e si trova in una feroce gara di roulette russa. Film sadiano sul rapporto carnefice-vittima coniugato non solo in modo esistenziale, ma parente della realtà multietnica e del dominio degli offesi. Un piccolo magistrale, imperdibile thriller (esce nei 5 pezzi facili della Teodora) che su base realista innesta un incubo condotto dal regista con un rigore morale eccezionale nel denunciare l'amoralità. Un attore super." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 30 giugno 2006)