L'architetto Antonio Dorigo, già prossimo alla cinquantina, viene stranamente trattato da bambino dalla vecchia madre. Fidanzato con Luisa, donna compassata e della buona società, Antonio frequenta la casa della signora Ermelina che gli procura piacevoli incontri con la ventenne Laide. La morte della madre induce l'architetto a stringere, sia pure illegalmente, i suoi rapporti con la ragazza che mantiene con un assegno fisso. Ma Laide, provocante e bassamente interessata al denaro del maturo amante, lo accetta come "zio" e continua la mistificazione incontrandosi spesso con un amico di Modena che presenta come cugino. Cosciente della situazione, ma quasi incredulo, Antonio dopo essere caduto in una prostrazione della quale la signora Ermelina tenta di approfittare per legarlo a sé, riprova ad avvicinarsi all'ancor disponibile Luisa e finisce per inseguire nuovamente la bugiarda Laide.
SCHEDA FILM
Regia: Gianni Vernuccio
Attori: Rossano Brazzi - Antonio Dorigo, Agnès Spaak - Laide, Gérard Blain - Il Cugino, Marisa Merlini - Ermelina, Lucilla Morlacchi - Luisa, Alice Field, Cesare Barilli, Wilma Casagrande, Stella Monclar, Lina Pozzi, Lia Rainer, Febo Villani, Anna Maria Aveta
Soggetto: Dino Buzzati
Sceneggiatura: Enzo Ferraris, Eliana De Sabata, Ennio De Concini
Fotografia: Aldo Scavarda
Musiche: Giorgio Gaslini
Montaggio: Gianni Vernuccio
Scenografia: Mauro Bertinotti
Costumi: Giorgio Di Dauli
Altri titoli:
ELLE AIME CA
UNE GARCE INCONSCIENTE
Durata: 94
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA
Tratto da: ROMANZO OMONIMO DI DINO BUZZATI
Produzione: PRODUZIONI VERNUCCIO (MILANO), PRIMA FILM (ROMA), PARIS INTERN. PRODUCTIONS (PARIGI)
Distribuzione: FLORIDA - DERBY FILM
NOTE
- REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE/DICEMBRE 2001
- TITOLO FRANCESE: UNE GARCE INCONSCIENTE (RIPRESENTATO NEL 1971, MANIPOLATO, COL NUOVO TITOLO "ELLE AIME CA").
CRITICA
"Ancora un cattivo servizio reso a Buzzati. La vicenda (...) si prestava ottimamente come metafora di una condizione oggi diffusa a diversi livelli; il tema più che mai attuale delle velleità ribellistiche di tanti nostri intellettuali. Ma ne è risultata soltanto una realizzazione piattamente illustrativa, priva di estro, per nulla consapevole delle possibilità che una lettura chiaramente "ideologica" della vicenda avrebbe potuto offrire" (G. Corbucci, "Cinema Nuovo", 190, novembre/dicembre 1967).