Nikola è un bambino molto più maturo dei suoi dieci anni. I suoi genitori invece cercano ancora la loro identità: suo padre è un insegnante di musica che saltuariamente suona ai matrimoni e sogna di mettere da parte tanti soldi per costruire una casa, mentre sua madre assiste gli anziani soli, facendo per loro le pulizie e la spesa. Da un momento all'altro Nikola si trova a dover prendersi cura degli anziani di sua madre e pian piano diventa loro amico, ricevendo in cambio la comprensione e il calore che in famiglia non trova. Ma i suoi amici stanno pian piano morendo. D'impulso decide di partire e andare al mare, con l'ultimo dei suoi amici: Nikola vedrà il mare per la prima volta, mentre per il suo amico sarà l'ultima.
SCHEDA FILM
Regia: Goran Paskaljevic
Attori: Mija Aleksic - Vojislav "Julio" Popovic, Miki Manojlovic - Otac, Nikola Zarkovic - Nikola, Milivoje Tomic - Kerecki, Rahela Ferari - Nana, Svetozar Cvetkovic - Popovic, Ina Gogalova - Majka, Ljiljiana Jovanovic, Ljubica Kovic - Bakic, Predrag Lakovic - Lalic, Carna Manojlovic - Seki, Predrag Ejdus - Direttore
Soggetto: Gordan Mihic
Sceneggiatura: Gordan Mihic
Fotografia: Milan Spasic
Musiche: Zoran Simjanovic
Montaggio: Olga Obradov, Olga Skrigin
Scenografia: Miodrag Nikolic
Costumi: Mira Cohadzic
Durata: 91
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: RADIOTELEVIZIJA BEOGRAD - TRZ SINGIDUNUM - VANS
CRITICA
"Ambientato in Serbia e Montenegro prima che arrivasse la guerra a distruggere luoghi ed anime della gente, il film di Paskaljvic è quasi un canto alla solidarietà che può unire i vecchi che vengono cacciati dalla vita quando liberi da obblighi incominciano a godersela, e i bambini che per essere accettati da un mondo di adulti indifferenti, si rendono utili per non spezzare l'esile filo che li unisce ai propri genitori. Nikola (ancora Nikola Zarcovic) è un bambino adulto di dieci anni: è quello che assisterà gli anziani al posto di sua madre, e che, in una sorte di canto corale, riunirà tutti i vecchi, spazzando via dalla loro vita la solitudine e, soprattutto il senso dell'inutilità. Conoscerà il mare e l'ebrezza, saprà della morte. Interpretato da Mija Aleksic, Mica Tonic, Rahela Ferari e Pepi Lakovic. 'Tango argentino' è, purtroppo uno di quei bellissimi film che si vedono solo ai festival, o, al più, fortuna volendo, in qualche rassegna sperduta, in fondo a un cinema, in fondo al viale, girando a destra, tre scalini, e sei arrivato." (Victoria Palant, 'Rivista del Cinematografo')
"'Tango Argentino', prodotto a Belgrado nel 1992 (assieme ad altri tredici film) è stato presentato nella sezione 'Finestra sulle immagini' senza bandiera e forse proprio per i problemi bellici non ha fatto la sua comparsa tra i film in concorso. Esso nasce da precise premesse del regista Goran Paskaljevic: 'immerso nel caos che mi circonda, mi chiedo se valga ancora la pena di dedicarsi all'arte. Qualcosa mi dice di sì: ne vale ancora la pena...'. Vedendolo, possiamo constatare come l'indiscutibile spiritualità e sensibilità non tradiscono i propositi dell'autore. E' una pagina di speranza in un mondo di forte tensione e sofferenze." (Nicoletta De Bellis, 'Comunicazione di Massa')
"Le chiavi di lettura del film sono molteplici. Innanzitutto si tratta di una recita agrodolce su due dei tanti problemi comuni alle società contemporanee nello specifico dei rapporti interpersonali. Per un verso la messa in crisi del focolare domestico a causa del complicarsi dell'esistenza quotidiana, spesso stravolta da mitologie yuppies e maschiliste; assai eloquente è l'episodio della scappatella, del tutto gratuita e per giunta finita col naso rotto, del marito con la grassona, quasi a dimostrare il ruolo precario del matrimonio e della mercificazione sessuale. Per l'altro verso emerge ancor più drammaticamente il discorso sulla terza età. Anche in questo caso una scena basta forse a riassumere l'intera questione: dopo sette anni di silenzio, arriva all'improvviso, con due infermieri il figlio di Julio, per condurre quest'ultimo alla casa di riposo all'unico scopo di procurarsi l'alloggio paterno. In un mondo in cui sembra non esserci più posto per gli anziani, anche per i giovanissimi non si prospetta un avvenire sereno e tranquillo." (Guido Michelone, 'Attualità Cinematografiche')