Nell'estate del 1966 ad Hell's Kitchen, nell'East Side di Manhattan, quattro ragazzi - Lorenzo, soprannominato Shakes, Michael, John e Tommy - compiono una bravata ai danni di un venditore greco di hot dog causando quasi la morte di un anziano all'uscita della metropolitana. Condannati a 18 mesi da scontare in riformatorio, i ragazzi subiscono atroci violenze psichiche e fisiche da parte di alcuni agenti di custodia, tra cui spiccano il sadico Nokes e Ferguson. Una partita di rugby, vinta a sorpresa dai ragazzi, causa l'inasprirsi delle violenze delle guardie e la morte del nero Rizzi, capo carismatico dei prigionieri. Un sacerdote, padre Bobby Carrillo, in visita, tenta di dare coraggio a Leonardo, che prima di uscire viene sottoposto con i suoi amici ad un ultima atroce notte di sevizie. Dopo molti anni, nel 1981, nel pub di Hell's Kitchen, Tommy e John, divenuti gangster e killer, scoprono Nokes che sta pranzando e lo uccidono a revolverate. La presenza di testimoni oculari sembra non dar loro scampo, ma Michael, divenuto a suo tempo procuratore, e Lorenzo, divenuto giornalista, con l'aiuto di King Benny, il padrino locale, che ha avuto sempre simpatia per loro, manipolano il processo con l'aiuto di Danny Snyder, un avvocato alcolizzato. Benny intanto si occupa delle altre guardie implicate nelle sevizie: Styler, del servizio di sicurezza del sindaco, che prende tangenti dagli spacciatori ed è ancora dedito alla pedofilia, viene "incastrato" da un ispettore amico di Shakes, cui questi fornisce prove schiaccianti tramite Benny. Addison, l'assassino del nero Rizzi, viene ucciso dal fratello di questi, un boss della droga cui Benny lo consegna. Al processo Michael, sfidando l'ira del quartiere e degli amici, che ignorano il complotto, attraverso la testimonianza-chiave di Ferguson, che ammette le atrocità di Nokes screditandone l'immagine, e l'ambigua testimonianza di Padre Bobby, riesce a fare scagionare Tommy e John. Dopo un'ultima sera con Carol, l'amica di infanzia del gruppo, ognuno prende una strada diversa. Tommy e John moriranno violentemente; Lorenzo si sposerà; Michael lascerà la carriera per ritirarsi in Inghilterra.
SCHEDA FILM
Regia: Barry Levinson
Attori: Kevin Bacon - Sean Nokes, Billy Crudup - Tommy Marcano, Robert De Niro - Padre Bobby, Vittorio Gassman - King Benny, Minnie Driver - Carol Martinez, Dustin Hoffman - Danny Snyder, Ron Eldard - John Reilly, Joseph Perrino - Lorenzo Carcaterra da giovane, Jason Patric - Lorenzo Carcaterra, alias Shakes, Geoff Wigdor - John Reilly da piccolo, Brad Pitt - Michael Sullivan, Terry Kinney - Ralph Ferguson, Frank Medrano - Mancho, Eugene Byrd - Rizzo, Brad Renfro - Michael Sullivan da giovane, Bruno Kirby - Padre di Shake, Jonathan Tucker - Tommy Marcano da giovane
Soggetto: Lorenzo Carcaterra
Sceneggiatura: Barry Levinson
Fotografia: Michael Ballhaus
Musiche: John Williams
Montaggio: Stu Linder
Scenografia: Kristi Zea
Costumi: Gloria Gresham
Effetti: Steven Kirshoff, Industrial Light & Magic (ILM)
Durata: 140
Colore: B/N-C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM, PANAVISION
Tratto da: liberamente tratto dal romanzo omonimo di Lorenzo Carcaterra
Produzione: BALTIMORE PICTURES, POLYGRAM FILMED ENTERTAINMENT, PROPAGANDA FILMS, WARNER BROS. PICTURES
Distribuzione: IIF - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO
NOTE
- PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 53.MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (1996) COME FILM D'APERTURA.
- REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1996.
CRITICA
"Sul volto di Robert De Niro, una versione 'hard' del Padre Flanagan di Spencer Tracy, pragmatico e sempre dalla parte dell'ultimo, si gioca la vera partita di un copione per altri aspetti ondivago e ripetitivo, prestato dal regista stesso in funzione di una messinscena tipo grand guignol. Ed è grazie all'inteprete che per 5 minuti 'Sleepers' si solleva da una mediocrità imbastita di scene troppo iterate di violenza carceraria sulle ormai uggiose scansioni del genere processuale. Accanto a De Niro fa virtuosisticamente il suo 'numero' Dustin Hoffman relegato nel ruolo marginale di un avvocato alcolizzato; e terzo fra cotanta bravura, Vittorio Gassman imprime un autorevole marchio di originalità a una figura che poteva essere convenzionale, lasciandoci con la voglia di saperne di più su questo ras della Cucina del Diavolo." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 29/10/96)
"Avvincente e robusto (fin troppo) drammone social-carcerario-giudiziario, esagerato anche per lunghezza, del veemente Barry Levinson, che schiera un manipolo di superdivi disposto a reggere il moccolo a giovanissimi e poco celebri protagonisti (soltanto Brad Pitt diventerà un big). A Vittorio Gassman basta una comparsata per confermare una classe inimitabile." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 18 luglio 2003)