Nella cittadina americana Woodsboro si aggira un pericoloso serial killer che agisce coperto con una maschera da fantasma dell'opera. Mentre Sidney, la cui madre è stata assassinata un anno prima, si trasferisce a casa dell'amica Tatum, i giovani Billy, Stu e Randy, appassionati di cinema horror, hanno un motivo in più per organizzare serate all'insegna del brivido. Ma dopo un po' realtà e finzione finiscono per mescolarsi.
SCHEDA FILM
Regia: Wes Craven
Attori: Neve Campbell - Sidney Prescott, Courteney Cox - Gale Weathers, David Arquette - Dewey Riley, Matthew Lillard - Stuart, Drew Barrymore - Casey Backer, Jamie Kennedy - Randy, Skeet Ulrich - Billy Loomis, Linda Blair - Reporter, Henry Winkler - Preside Himbry, Liev Schreiber - Cotton Weary, Rose McGowan - Tatum Reilly, W. Earl Brown - Kenny Il Cameraman, Joseph Whipp - Sceriffo Burke
Soggetto: Kevin Williamson
Sceneggiatura: Kevin Williamson
Fotografia: Mark Irwin
Musiche: Marco Beltrami
Montaggio: Patrick Lussier
Scenografia: Bruce Alan Miller
Effetti: Mark R. Byers, Frank Ceglia
Durata: 107
Colore: C
Genere: HORROR
Specifiche tecniche: SCOPE A COLORI
Produzione: CARY WOODS, CATHY KONRAD PER WOODS ENTERTAINMENT E DIMENSION FILMS
Distribuzione: CECCHI GORI DISTRIBUZIONE (1997) - CECCHI GORI HOME VIDEO - DVD CECCHI GORI (2002)
NOTE
- REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1997.
- LA CITTADINA WOODSBORO È IMMAGINARIA, PUR ESSENDO STATA COLLOCATA NELLA NARRAZIONE NELLO STATO DELLA CALIFORNIA.
- ISPIRATO AI VERI FATTI DI CRONACA RIGUARDANTI GLI EFFERATI OMICIDI DI DANNY ROLLING, DENOMINATO "THE GAINESVILLE RIPPER" (LO SQUARTATORE DI GAINESVILLE), AVVENUTI INTORNO AL 1990.
- LA MASCHERA INDOSSATA DAL SERIAL KILLER (GHOSTFACE) RICORDA L'OPERA "L'URLO" DI MUNCH.
CRITICA
"La vita è tutto un film. Il prof. Wes Craven, autore dei nostri migliori incubi - 'Nightmare' con Freddy dalla mano adunca - ha diretto con 'Scream' (Urlo), incasso record in America, il suo capolavoro. Cinema di genere, un horror tradizionalissimo, col serial killer che fa strage di adolescenti cretini in un campus scolastico nella piccola città americana; ma anche il tentativo riuscito di inserire nel racconto un discorso 'al quadrato' sul cinema dello spavento, immaginando che l'assassino, mantellato e incappucciato nero e con la maschera dell'Urlo di Munch, sia un esperto di film del terrore e sottoponga le sue vittime - fin dalla prima straordinaria sequenza con la povera Drew Barrymore che viene appesa per la testa dopo un quarto d'ora - a quiz cinematografici". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 15 settembre 1997)
"Il talento visivo e la maestria figurativa di Craven (impareggiabile l'uso della steady-cam) trascina il film in un crescendo notevole di suspense, alle soglie del thriller (chi è l'assassino?): nell'ultima mezz'ora, durante una specie di pigiama party post-moderno di adolescenti che ripassano 'Halloween' in vhs, eccitati dalla morte, dal sesso e dal cinema in un farneticante e distruttivo gioco delle parti, 'Scream' si esalta nel massimo potenziale di visionarietà, in un delirio di colpi di scena ad alto contenuto ematico, di aggressioni alle spalle, appostamenti, Cigolii, grida, capovolgimenti di fronte. L'horror si satura, la paura è un ectoplasma della psiche e dell'inconscio, il serial killer non è un bau-bau esterno ma 'qualcosa' dentro di noi. Nel cast, Courtney Cox, attrice della sit-com 'Friends', Drew Barrymore e 'Skeet Ulrich'. Cammei stravaganti di Linda Blair de 'L'esorcista' e del 51 enne Henry Winkler, il Fonzie di 'Happy Days' (nel ruolo del preside!)". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 21 settembre 1997)
"Momenti forti: i tergicristallo che spazzano via sangue dal vetro del parabrezza, due che si accoltellano a vicenda affondandosi la lama nella pancia; il poliziotto tonto sedotto dalla telecronista impicciona, un finale di ragazzi massacrati, sanguinanti, che seguitano a colpire e venir colpiti rifiutando di morire. 'Scream', film di paura più che d'orrore, decostruzione dei meccanismi horror, mette in scena con astio cattivo il proprio pubblico giovanile, eppure sembra dominato da una strana malavoglia appare senza passione, senza il piacere della novità né il delirio dell'accumulazione: soltanto Drew Barrymore, con la sua bellezza bionda torbida e vulnerabile, arriva a suscitare emozione; gli altri attori sono troppo insulsi e bruttini per provocare ansia sul loro destino di vita o di morte". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 12 settembre 1997)
"Abbiamo un bel sentirci furbi smaliziati e post-moderni: ciò non ci toglie per nulla l'impulso di gridare alla vittima che l'assassinio è dietro di lei. Craven lo sa bene e ce lo dimostra; però sa molto di più. così, 'Scream' è un film che mette in scena la sua stessa platea, ovvero i fan che affollano e sale dove si programmano film dell'orrore. E lo fa senza ammiccare né adulare; al contrario, rappresentando la maggior parte dei suoi personaggi come sadici senza cervello. A tal punto autore, il diabolico Wes, che in un 'piccolo' film di genere, poco costoso e con attori non ancora celebri, si concede di mettere in scena le leggi del mercato. Siamo noi spettatori che paghiamo per vedere sempre più serial-killer, sempre più sangue, sempre più gore. Insomma: come ci aveva già detto Alfred Hitchcock, altro genio a suo tempo sottovalutato, siamo noi i veri colpevoli della storia a cui stiamo assistendo". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 13 settembre 1997)