Samba

3.5/5
Dopo Quasi amici una commedia “clandestina” e romantica per Nakache e Toledano

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FRANCIA 2014
Il senegalese Samba vive in Francia da 10 anni; ha il cuore d'oro e si mantiene con lavori saltuari; Alice è un alto dirigente affetta dalla sindrome da "burnout" e sull'orlo dell'esaurimento. Il destino di Samba, che cerca disperatamente di avere i documenti necessari a ottenere il permesso di soggiorno, si incrocerà con quello di Alice, che invece sta cercando di rimettersi in sesto collaborando con un'associazione di volontariato...
SCHEDA FILM

Regia: Eric Toledano, Olivier Nakache

Attori: Omar Sy - Samba, Charlotte Gainsbourg - Alice, Tahar Rahim - Wilson, Izïa Higelin - Manu, Issaka Sawadogo - Jonas, Hélène Vincent - Marcelle, Youngar Fall - Lamouna, Christiane Millet - Madeleine, Liya Kebede - Gracieuse, Clotilde Mollet - Josiane

Soggetto: Delphine Coulin - romanzo

Sceneggiatura: Eric Toledano, Olivier Nakache, Delphine Coulin - collaborazione, Muriel Coulin - collaborazione

Fotografia: Stéphane Fontaine

Musiche: Ludovico Einaudi

Montaggio: Dorian Rigal-Ansous

Scenografia: Nicolas de Boiscuillé

Costumi: Isabelle Pannetier

Effetti: Thomas Duval, Digital District

Durata: 118

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Tratto da: romanzo omonimo di Delphine Coulin (ed. Rizzoli)

Produzione: QUAD FILMS, TEN FILMS, GAUMONT, TF1 FILMS PRODUCTION, KOROKORO

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION (2015)

Data uscita: 2015-04-23

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON LA PARTECIPAZIONE DI: CANAL+, CINE+, TF1; CON IL SOSTEGNO DI: CINEMAGE 8 DEVELOPPEMENT, INDEFILMS INITIATIVE, LA PROCIREP, L'ANGOA.
CRITICA
"Attualissima, ma piacevolmente edulcorata, la commedia di Nakache e Toledano (...). Anche se il riferimento è a Ken Loach, qui non piovono pietre e la stessa star, Omar Sy, oltre al bravissimo Tahar Rahim e a Charlotte Gainsbourg, conduce la storia dopo molte peripezie verso un macchinoso happy end in cucina degno di Ratatouille. Quindi una questione sociale aperta e sanguinante, corretta col buon senso da entertainment, un action poliziesco col nome 'Samba', che giustifica il piano sequenza iniziale." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 23 aprile 2015)

"Il soggetto (...) non rende giustizia al tono particolare di Samba: che è, sì, collocabile nel filone del cosiddetto feel- good- movie, il «film che ti fa star bene»" (...), però non rinuncia ad assemblare la commedia col dramma e ad alternare episodi delicati o divertenti con altri di un realismo anche duro. (...) stile quasi documentaristico e senza fare sconti allo spettatore in cerca di relax; salvo poi, in perfetta naturalezza, cedere il posto a scene di puro divertimento. Come quelle dove compare il terzo, ottimo interprete del film: Tahar Rahim (...). Bilanciato, dall'altra parte, da un «carattere» drammatico come quello di Jones (...) la cui presenza servirà a dare una svolta e un epilogo alla vicenda. toledano e nakache dicono che le fortune di 'Quasi amici' sono state l'occasione per poter fare ciò che volevano; e tutto lascia pensare che non stiano bluffando. perché il loro nuovo film «ti fa stare bene» un po' alla maniera di certe opere di Ken Loach: con tenerezza e affetto, ma senza rinunciare ad additare storture e ingiustizie connaturate a società del privilegio quali le nostre. Si potrà obiettare che, alla fine, le barriere sociali non sono un ostacolo all'amore; il che (...) resta tutto da dimostrare. (...) i cineasti sono stati in dubbio tra due esiti da dare al loro film: uno da commedia, l'altro drammatico. Alla fine hanno deciso per una via di mezzo: che ovviamente non sarà il caso di anticipare qui, ma che è senz'altro quella più giusta". (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 23 aprile 2015)

"Francamente ci aspettavamo di più dal duo Nakache-Toledano che con «Quasi amici» aveva sfondato la barriera che divide il cinema francese dal pubblico italiano. Fatte salve l'irresistibile simpatia dell'aitante Sy e l'innegabile cinegenia della brutta-sexy Gainsbourg, «Samba» si rivela una commedia troppo prevedibile per ripetere l'exploit. (...) Il tema dei «sans papiers», acuitosi dopo il massacro di «Charlie Hebdo», sollecita negli autori appena un'alternanza di toni tra il teso e il disteso che ruota attorno alla storia d'amore tra i protagonisti senza trovare anse narrative più convincenti. (...) Il connubio sin dall'inizio si prefigura come plateale, con la bianchiccia, dimessa e depressa Alice (...) subito attratta dal colosso d'ebano che dà il nome al titolo (...). Non innalza il livello di un blando passatempo la pattuglia di comprimari arruolati per insegnare l'abbicì dei valori progressisti e i diritti degli extracomunitari (...). I più ottusi, come da copione, appaiono i funzionari dei servizi sociali, ma non è che agli immigrati vengano regalate caratteristiche meno stereotipate." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 23 aprile 2015)

"Si apre con un abile piano sequenza (...) il nuovo film di Olivier Nakache ed Eric Toledano è ancora una volta giocato sulla dicotomia sociale e razziale. D'altronde era abbastanza scontato che, dopo il successo planetario di 'Quasi amici', la fortunata coppia di registi ne replicasse la formula rinverdendola con opportune varianti; e di nuovo prendendo a protagonista Omar Sy, che ormai è una star, un volto ovunque noto. Stavolta ad attirare gli opposti (...) non è l'amicizia, ma l'amore. (...) sullo sfondo la Francia dal doppio volto conservatore e libertario, in primo piano due esseri umani divisi dal colore della pelle, la cultura, il ceto sociale fra cui sboccia un'attrazione giocata sul comune tessuto dei sentimenti umani. (...) Ma Nakache e Tolidano non si sono accontentati e - prendendo spunto dall'assai più lineare romanzo di Delphine Coulin (...) - hanno pasticciato il copione rafforzando personaggi di contorno e situazioni di alleggerimento, a scapito non solo delle tematiche di razza e integrazione che risultano annacquate, ma anche della costruzione dei caratteri. Fare di Alice, che procede nella vita chiusa in una specie di bolla d'aria depressiva, la protagonista di una commedia romantica a sfondo sociale avrebbe richiesto altra finezza di scrittura; e non basta l'esuberante simpatia di Sy per coinvolgerci più di tanto nelle peripezie di personaggio erratico e passivo come Samba. La «chemistry» fra lui e l'esangue Charlotte Gainsbourg è poco convincente; mentre nel ruolo secondario del finto brasiliano (in realtà magrebino) Wilson, Tahar Rahim (...) si conferma interprete moderno e duttile." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 23 aprile 2015)

"(...) 'Samba' ha tocchi di sana cattiveria, affondi politicamente scorretti, interpreti efficaci e, purtroppo, un colpo di scena finale farraginoso, se non incongruo." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 23 aprile 2015)

"All' indomani del naufragio dove hanno perso la vita circa 800 persone, la tragicommedia dell'assurdo che è al cuore di 'Samba' sembra ancora più amara. L'insensatezza di poter esistere solo in virtù di un pezzo di carta se si emigra dal proprio paese nella «civile» Europa' assume, oggi, una sfumatura ancora più cupa. (...) Dopo il record d'incassi del precedente 'Quasi amici' (2011), le aspettative per il nuovo film sono alte, ma gli stessi Toledano e Nakache si dimostrano consapevoli del fatto che il tema affrontato questa volta non è fra i più graditi al grande pubblico, nonostante in patria il film abbia comunque fatto registrare 3.5 milioni di spettatori. Certo, il veicolo è sempre quello della commedia sentimentale (...) ma al centro della storia resta la condizione terribile dei sans papiers. (...) La love story è invece giocata, come già in 'Quasi amici', sull'incontro degli opposti (...). I due registi cercano di mettere in discussione con allegria - ma in modo fin troppo convenzionale - anche gli stereotipi sociali, inserendo qualche riferimento cinefilo quando Alice/Charlotte Gainsbourg, parlando della sua nevrosi, fa una chiara allusione al suo ruolo in 'Nymphomaniac' di Lars Von Trier. Come vuole la regola più classica della commedia, 'Samba' traspone dunque un dramma attuale in un contesto leggero, dipingendo una realtà sofferente e complessa come quella dei migranti con tinte monocromatiche e irrealmente positive, in una fuga dalla realtà resa però difficile, anche dentro la sala cinematografica, dall'attualità stessa."(Giovanna Branca, 'Il Manifesto', 23 aprile 2015)

"Commedia ancora piena zeppa di problemi per Toledano e Nakache, i quali dopo 'Quasi amici' dirigono un quasi dramma sociale. (...) Tratto dal romanzo omonimo di Delphine Coulin (ben più duro), il quarto film di questo interessante duo registico vede anche una bellissima parte picaresca in cui Samba scappa per i tetti di Parigi in compagnia di un esuberante algerino che si spaccia per sudamericano («Tutto è più semplice se sei brasiliano» una delle migliori battute del 2015) interpretato dall'immenso Tahar Rahim tornato in forma dopo la mezza delusione de 'Il padre'. E quante sfaccettature, ancora una volta, nella prova di Omar Sy. Purtroppo c'è un brutto finale dove, a differenza del formidabile inizio di 'Quasi amici', i due registi non armonizzano una scena thriller con il tono da commedia sociale del resto del film. Molto convincenti i due protagonisti. Samba, alla fine, è più Sy che no." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 23 aprile 2015)

"Piacerà forse meno di 'Quasi amici', garrulo dalla prima scena all'ultima (anche gli angoli più bui della banlieu erano lì a fare colore). 'Samba' ha qualche pretesa realistica in più (e la realtà nel mondo dei diseredati non può essere rappresentata come bella e consolatoria). Il finale, per ammissione degli stessi registi, è messo lì «per far sognare», ma nella prima parte, durante la quotidiana odissea di Samba, si sogna molto poco. Omar Sy è divertente, sfrontato e sboccato come nel suo film di tre anni fa, ma si muove in un universo tetro e disperato, tra rifiuti non smaltiti, alloggi maleodoranti, lavori neri che possono fare solo i neri. Nella prima mezz'ora sembra persino un film «contro». Contro la Francia che s'è messa a rivotare Sarkozy, quando ha deciso di fare incetta di tanti slogan della xenofobia francese. In realtà, Toledano e Nakache agli elettori di Sarkozy ci tengono eccome. Appena il rapporto tra Samba e Alice comincia a marciare, la questione sociale è, se non accantonata, messa in secondo piano, e in primo vengono collocate le vicissitudini di una «strana coppia». Alice e Samba non sanno di essere fatti l'uno per l'altra, ma gli spettatori sì, lo intuiscono molto presto. I registi sono molto abili a coinvolgerti nel gioco dei sentimenti (ogni incidente che sembra allontanarli in realtà li avvicina di uno o due passettini). E così accade che un radical chic (all'inizio) come Alice, si trasformi adagino pianino nella più simpatica delle eroine." (Giorgio Carbone, 'Libero', 23 aprile 2015)

"Da «Quasi amici» a «Quasi innamorati». La coppia di registi d'oro del cinema francese ritrova il suo Omar Sy per dar vita a una commedia su sfondo sociale. (...) Il tutto servito in modo banale e prevedibile, senza intuizioni particolari." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 23 aprile 2015)

"(...) la qualità degli attori, Charlotte Gainsbourg principessina dell'instabilità nervosa, il brillante mauritano senegalese Omar Sy pieno di energia, sceneggiatura e regia a tempi di cronometro, ci tengono nel film. La morale della favola un po' meno." (Silvio Danese, Nazione - Carlino -Giorno, 24 aprile 2015)

"Due solitudini che si incontrano, è fatta no? Per fortuna no: Nakache e Toledano, ipercampioni d'incassi con 'Quasi amici', ben sanno che prolungare l'attesa del lieto fine è un imperativo categorico per chi vuole tenere avvinto lo spettatore. E dunque l'incontro c'è sì, subito, ma la scintilla scocca molto, molto lentamente. C'è così tempo per inserire storie e storielle di contorno, gente vera e figurine, in un 'samba' di sentimenti e situazioni che, tra un dramma e l'altro, non disdegnano di regalarci qualche sorriso. Il che, con l'aria che tira, è sempre apprezzabile assai." (Luigi Paini,'Il Sole 24 Ore', 10 maggio 2015)