La pacifica comunità musulmana di Venezia è stata sfrattata dalla sua moschea da un'avvenente parrucchiera che la trasforma in un salone di bellezza. Viene chiamato in soccorso un giovane e inesperto Imam afghano per riprendersi il loro luogo di culto. Tutti i loro goffi tentativi falliscono comicamente, ma alla fine troveranno un luogo e un aiuto da chi non avrebbero mai pensato.
SCHEDA FILM
Regia: Fariborz Kamkari
Attori: Giuseppe Battiston - Bepi, Maud Buquet - Zara, Mehdi Meskar - Saladino, Hassani Shapi - Karim, Giovanni Martorana - Ala, Gaston Biwolè - Aziz, Esther Elisha - Fatima, Monica Zuccon - Cesarina, Hafida Kassoui - Miriam, Glaucia Paola Virdone - Mina, Leonardo Castellani - Lo Turco, Alessandro Bressanello - Il Sindaco
Sceneggiatura: Antonio Leotti, Fariborz Kamkari
Fotografia: Gogò Bianchi
Musiche: L'Orchestra di Piazza Vittorio
Montaggio: Mirco Garrone
Scenografia: Susanna Codognato
Costumi: Francesca Leondeff
Suono: Diego Piotto - presa diretta
Durata: 92
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: DCP
Produzione: ADRIANA CHIESA DI PALMA E FABRIZIA FALZETTI PER FAR OUT FILMS, IN ASSOCIAZIONE CON ADRIANA CHIESA ENTERPRISES, ACEK, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA
Distribuzione: BOLERO FILM (2015)
Data uscita: 2015-05-28
TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI, REGIONE VENETO FONDO REGIONALE PER IL CINEMA E L'AUDIOVISIVO E "VENEZIA OPPORTUNITÀ"-VENICE FILM & MEDIA FUND; CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI VENEZIA; IN COLLABORAZIONE CON VENICE FILM COMMISSION.
CRITICA
"Sembra cronaca, è un film, ma con i piedi ben piantati per terra. (...) Dopo l'acclamato 'I fiori di Kirkuk', il curdo iraniano Fariborz Kamkari torna alla regia per dirci che un altro Islam non solo è possibile, ma esiste già, nell'indifferenza dei media: una commedia d'incontro multietnico e multiculturale a Venezia, con l'Orchestra di Piazza Vittorio a tenere il tempo dell'identità, dell'integrazione e... del terrorismo. Si ride, si riflette: senza troppi entusiasmi, ma l'abbinamento pizza e datteri funziona." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 28 maggio 2015)
"«Pitza e datteri» tenta con una certa disinvoltura d'intervenire per via comico-grottesca nella contrapposizione di fondamentalismi suscitata anche nel nostro paese dalle integrazioni multiculturali. Il regista curdo nato in Iran Karnkari («I fiori di Kirkuk») ce la mette tutta per giocare con il fuoco senza scottarsi (...). Si può apprezzare la gofaggine auto-derisoria con cui vanno in scena le baruffe tra calli e sestieri, cupole e minareti che contribuiscono in qualche modo a schivare l'inevitabile minaccia della straripante assuefazione turistica del contesto; peccato, però, che il tutto rimanga in superficie e legato all'assai altalenante consistenza dei personaggi e delle relative interpretazioni. In quanto alle buone intenzioni di condurre col sorriso gli uni e gli altri contendenti a travalicare i micidiali stereotipi religiosi, sociali e politici non ci sembra, però, che le pizze e i datteri siano convincenti o quantomeno sufficienti." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 28 maggio 2015)
"Divertente e insolito (almeno nel nostro cinema) lo spunto di partenza di 'Pitza e datteri' che il regista curdo Fariborz Kamkari affronta in chiave di commedia all'italiana, mettendo alla berlina i fondamentalismi di ogni genere e tipo senza preoccuparsi del politicamente corretto; e ponendo l'accento sulle contraddizioni interne della scalcagnata armata, dove spicca il nobile Giuseppe Battiston/ Mustafà (...). Purtroppo nel procedere il film non si dimostra all'altezza dell'idea, ma la multietnica colonna musicale dell'Orchestra di Piazza Vittorio mantiene vivace il ritmo; e nell'eterogeno cast spiccano, accanto a Battiston, il veterano Hassani Shapi e l''imam' Mendi Meskar." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 28 maggio 2015)
"Si capisce che l'intenzione c'è e l'ambizione pure. Venezia scelta come crocevia storico di culture, fedi, etnie. Il tappeto sonoro fornito dall'Orchestra di Piazza Vittorio. La presenza sempre di qualità di Giuseppe Battiston. Le problematiche messe in campo e le soluzioni semiserie, in chiave di commedia. (...) Diretto dal curdo iraniano Fariborz Kamkari, il film è senza capo né coda. E il solo effetto che può produrre è di innervosire i veri estremisti dell'Islam, che non sono spiritosi." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 28 maggio 2015)