I fratelli Rabbino e Bandiera, tornando a casa dopo un tentativo di furto, vedono una ragazza addormentata in un prato e decidono di portarla con loro e darle ospitalità. Ben presto i tre diventano amici e i due fratelli si ritrovano a confessarle di aver ucciso il loro padre, un anarchico sempre ubriaco che aveva trascinato la madre sull'orlo della pazzia. Anche la ragazza ha un passato costellato di violenze familiari che racconta a Rabbino e Bandiera. Quando i due fratelli vengono arrestati per furto e condannati a un anno di reclusione, la ragazza ottiene il permesso di visita dicendo di essere la fidanzata di Bandiera. La scelta di uno dei due, benché casuale, fa nascere dei diverbi tra i due fratelli e, dopo la loro scarcerazione, il conflitto esploderà e sarà troppo tardi per tornare indietro...
SCHEDA FILM
Regia: Sergio Citti, Pier Paolo Pasolini - supervisione
Attori: Laurent Terzieff - Bandiera, Anita Sanders - La ragazza, Franco Citti - Rabbino, Ninetto Davoli - Fiorino, Lamberto Maggiorani - Padre della ragazza, Celestino Compagnoni - Padre dei due fratelli, Luisa Tirinnanzi - Madre dei due fratelli, Alberto Del Prete - Aria, Settimio Piconi - Baffo, Maurizio Bianconi - Bandiera da bambino, Filippo Costanzo - Rabbino da bambino, Alberto Chiapparelli - Anarchico, Gualtiero Fiorentino - Anarchico, Sandro Giordani - Anarchico, Fernando Piergentili - Anarchico, Gianni Pulone - Anarchico, Giulio Simonetti - Anarchico
Soggetto: Sergio Citti, Pier Paolo Pasolini
Sceneggiatura: Sergio Citti, Pier Paolo Pasolini
Fotografia: Mario Mancini, Remo Grisanti - operatore, Fernando Gallandt - operatore, Gianlorenzo Battaglia - assistente operatore
Musiche: Francesco De Masi
Montaggio: Nino Baragli, Carlo Reali
Scenografia: Claudio Giambanco
Costumi: Mario Ambrosino
Durata: 102
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: TECHNISCOPE, EASTMANCOLOR
Produzione: ALVARO MANCORI E ANNA MARIA CHRETIEN
Distribuzione: INDIPENDENTI REGIONALI
NOTE
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL SETTEMBRE 1998 HA ELIMINATO IL DIVIETO AI 14 ANNI.
CRITICA
"Un film pretenzioso e velleitario per l'evidente squilibrio tra le intenzioni e i risultati. Mediocri la regia e l'interpretazione." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 70, 1971)
"Nonostante l'innegabile influsso pasoliniano, i due film (l'altro è 'Storie scellerate') hanno un'impronta personalissima, sono l'espressione di un mondo poetico interamente creato e controllato da Citti. Egli non guarda la vita da intellettuale bensì da filosofo, spinto dalla propria natura di classe e da dure esperienze esistenziali." (Ugo Casiraghi, 'Filmlexicon degli Autori e delle Opere', Nuova Eri Editrice)