Sandra è fuori dalla sua Monolith, la macchina più sicura al mondo, costruita per proteggere i propri cari da qualsiasi minaccia, mentre suo figlio David, di soli due anni, è rimasto chiuso dentro. Intorno ci sono solo miglia e miglia di deserto e Sandra è disperata perché deve trovare il modo di aprire quella corazza di acciaio e liberare il suo bambino. Pur di riuscirci è pronta a tutto, anche a mettere a rischio la sua stessa vita, ma è sperduta nel nulla, senz'acqua, con scarsissime possibilità di riuscita e alla mercé di animali feroci. Riuscirà il coraggio di una madre ad avere la meglio sulla corazzata Monolith?
SCHEDA FILM
Regia: Ivan Silvestrini
Attori: Katrina Bowden - Sandra, Jay Hayden - Roy Lacombe, Damon Dayoub - Carl, Brandon Jones - Ted, Krew Hodges - David, Nixon Hodges - David, Ashley Madekwe
Soggetto: Roberto Recchioni - graphic novel, Mauro Uzzeo - graphic novel
Sceneggiatura: Stefano Sardo, Ivan Silvestrini, Elena Bucaccio, Mauro Uzzeo
Fotografia: Michael FitzMaurice
Musiche: Diego Buongiorno
Montaggio: Lorenzo Muto
Scenografia: Lorenzo Ceccotti
Costumi: Anina Pinter
Effetti: Russ Adams, Andrea Vincenti, Frame By Frame
Suono: Joe Sanchez - presa diretta
Altri titoli:
Trapped Child
Durata: 83
Colore: C
Genere: THRILLER
Specifiche tecniche: PANASONIC VARICAM 35, /I SCOPE/AVC-INTRA (4K), D-CINEMA (1:2.35)
Tratto da: omonimo graphic novel di Roberto Recchioni e Mauro Uzzeo, disegnato da Lorenzo "LRNZ" Ceccotti
Produzione: LORENZO FOSCHI, DAVIDE LUCHETTI, CLAUDIO FALCONI, GUY MOSHE, MATTHEW G. ZAMIAS PER SKY ITALIA, LOCK AND VALENTINE, SERGIO BONELLI EDITORE
Distribuzione: VISION DISTRIBUTION (2017)
Data uscita: 2017-08-12
NOTE
- CANDIDATO AL DAVID DONATELLO 2018 PER: MIGLIORI EFFETTI DIGITALI.
CRITICA
"Filosofico d'ispirazione e fantascientifico di realizzazione, 'Monolith' è il titolo sfida-estate del cinema italiano (...). Pur premiando il coraggio ideativo - e anche l'uscita controcorrente in piena desertificazione delle sale - va detto l'esperimento manifesti qualche perplessità nel suo complesso, lasciando intravedere ottime intenzioni solo parzialmente soddisfatte. Neppure è sufficiente abbandonarsi all'estetica dell'incubo (una madre in preda al delirio psico-fisico, somma del terrore per la sorte del figlio e delle proprie effettive condizioni disumane e di solitudine) per non accorgersi della narrazione spigolosa e affrettata, confortata - forse - dalla coerenza all'impervio terreno desertico affrontato dal super-suv." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 6 agosto 2017)
"E se un monolite nero segnasse l'inizio di una nuova era? Non parliamo di '2001: Odissea nello spazio' ma di un piccolo gioiello cinematografico nostrano travestito da action-thriller hollywoodiano (...). Nel capolavoro fantascientifico di Kubrick il monolite è un glaciale rettangolo, simbolo statico della presenza aliena. In 'Monolith' di Ivan Silvestrin, il termine descrive invece una macchina avveniristica, costruita da noi esseri umani, tra il suv iperaccessoriato e un piccolo cingolato militare. (...) Partorito come soggetto dalla mente esplosiva del fumettista Roberto Recchioni (...), il progetto è stato poi espanso in sceneggiatura grazie all'apporto dell'eclettico scrittore e animatore Mauro Uzzeo, il regista Silvestrin, Stefano Sardo ed Elena Bucaccio. Una squadra nutrita, cui è da aggiungere il disegnatore Lorenzo Ceccotti (la tenebrosa Monolith l'ha disegnata lui), per una trama che più scarna non si può (...). Girato quasi interamente nel deserto cromaticamente variopinto dello Utah, il film sembra un omaggio a 'Duel' di Spielberg laddove la lotta tra auto e camion diventa qui la guerra dichiarata tra madre frustrata e intelligenza artificiale femminea (nome demoniaco: Lilith) al comando della supermacchina Monolith. (...) Il film di Silvestrin ha due interessanti livelli di lettura. Esteriormente è un action thriller sulla sopravvivenza dove una madre non naturale (Niven, infatti, la chiama sempre e solo Sandra) deve vincere contro il sole, la notte, cervi, coyote e disidratazione. Da un punta di vista più interiore è un dramma sulle paranoie di una ex ribelle a tratti convinta di essere prigioniera di un maschio sfuggente, dominante e, indirettamente, persino omicida." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 11 agosto 2017)
"Ivan Silvestrini sembra ossessionato dalle auto. Se a primavera abbiamo visto '2 night', i cui personaggi praticamente non uscivano dall'abitacolo di una macchina, in 'Monolith' il veicolo diventa una trappola potenzialmente mortale, una prigione senza via di fuga. (...) Sviluppato parallelamente a un fumetto della Bonelli, 'Monolith' ha un soggetto abbastanza forte da tenere desta l'attenzione. Ma quello è anche il suo limite, perché la materia risulta scarsa per un lungometraggio e (incluso un episodio inutile con un gruppo di antipatici giovani e qualche incubo) finisce per diluirsi eccessivamente. Resta interessante lo scontro tra intelligenza umana e intelligenza artificiale e le riprese del paesaggio, effettuate con l'aiuto di droni, sono suggestive." (Roberto Nepoti, 'Repubblica Robinson', 13 agosto 2017)
"Uno spunto semplice, quasi da cortometraggio, ideato da Roberto Recchioni (...). L'idea di resuscitare il B-Movie con un film rapido, a basso budget, è encomiabile, anche se oggi le modalità di fruizione sono fatalmente più la tv e le piattaforme in streaming che il grande schermo. Il film, di produzione italiana ma girato nel deserto dello Utah, cerca un ritmo efficace, anche a costo di una certa rozzezza della regia e dei passaggi narrativi e alla fine arriva faticosamente all'ora e venti." (Emiliano Morreale, 'L'Espresso', 13 agosto 2017)
"Positivo debutto cinematografico per Sergio Bonelli Editore e Vision Distribution. Un'idea italiana interessante, sviluppata all'estero. Un ibrido, come questo film, a metà tra fumetto e cinema, che potrebbe diventare un cult." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 17 agosto 2017)