Bret Maverick, un avventuriero desideroso di iscriversi al famoso torneo di poker di St. Louis, raggiunge a dorso d'asino un villaggio. Qui conosce al tavolo da poker la bella avventuriera Annabelle Bransford; si scontra con un ambiguo spagnolo, Angel; ridicolizza un giovane pistolero che lo ha accusato di barare. Provocato da Angel, viene sequestrato da un gruppo di creditori, ma li sgomina, suscitando l'ammirazione di Annabelle, che tenta di derubarlo. Mentre va a riscuotere un credito presso un amico banchiere, costui viene rapinato, e lui versa gli ultimi cento dollari ai protagonisti della rissa al saloon, da lui in precedenza pagati. Presa la diligenza con Annabelle e lo sceriffo Zane Cooper, e scampato alla caduta in un canyon, deve recuperare i 30.000 dollari di una carovana derubata da finti indiani, e poi si finge ostaggio dell'autentico ma civilizzato Saken Joseph, suo debitore che lo convince, per denaro, a fare da bersaglio umano, in abiti indiani, per un barone russo in cerca di emozioni. Poi trova Angel che, avuto l'incarico di fermarlo, tenta di impiccarlo, ma il ramo cui è fissato il cappio si spezza, e Bret può raggiungere il lussuoso battello dove si svolge il torneo e, fingendosi un funzionario per gli affari indiani, raggiunge la quota dell'iscrizione intascando dal russo la multa per il presunto suo omicidio. Quindi ha un incontro galante con Annabelle prima del torneo, e riesce a uscire dalla stanza in cui il Commodoro (il comandante del battello) che aveva già pagato Angel per fermarlo, lo ha rinchiuso, e con un'emozionante serie di partite arriva ad affrontare in finale Angel e a vincere. Invece di consegnare il denaro del premio, lo sceriffo fugge con i soldi che intende spartire col Commodoro, suo complice. Ma Maverick li ha seguiti e li deruba a sua volta. Cooper e Maverick sono in realtà padre e figlio, e la scaltra Annabelle, sospettandolo, li deruba a sua volta mentre sono in bagno. Maverick, che ha nascosto metà del denaro in uno stivale, spartisce i soldi con il padre ripromettendosi di andare a New Orleans per rintracciare Annabelle.
SCHEDA FILM
Regia: Richard Donner
Attori: Mel Gibson - Bret Maverick, Jodie Foster - Annabelle Bransford, James Garner - Zane Cooper, Graham Greene (II) - Joseph, Alfred Molina - Angel, James Coburn - Commodoro, Dan Hedaya - Twitchy, Denver Pyle - Vecchio Baro, Clint Black - Baro Dalla Faccia Dolce, Max Perlich - Johnny Hardin, Jean De Baer - Margret Mary, Dennis Fimple - Il Balbuziente, Dub Taylor - Addetto Alla Stanza, Geoffrey Lewis - Matthew Wicker, Paul Smith - L'Arciduca
Soggetto: Roy Huggings
Sceneggiatura: William Goldman
Fotografia: Vilmos Zsigmond
Musiche: Randy Newman
Montaggio: Kristen Helsing, Michael Kelly (II), Stuart Baird
Scenografia: Thomas E. Sanders
Costumi: April Ferry
Effetti: Industrial Light & Magic (ILM), Matt Sweeney
Durata: 129
Colore: C
Genere: AVVENTURA WESTERN COMMEDIA
Specifiche tecniche: SCOPE, TECHNICOLOR
Tratto da: TRATTO DALLA SERIE TELEVISIVA "MAVERICK" SCRITTA DA ROY HUGGINS
Produzione: BRUCE DAVEY E RICHARD DONNER PER ICON, DONNER/SHULER-DONNER PRODUCTIONS, WARNER BROS.
Distribuzione: WARNER BROS ITALIA (1994) - WARNER HOME VIDEO
CRITICA
"Simili strizzate d'occhio agli intenditori sono innumerevoli nel film di Richard Donner: faccette e. facciacce di caratteristi in altri tempi famosi, risuonare di canzoni come De Camptown Races durante la prima partita a poker e 'Shall We Gather at the River' all'incrocio con una carovana di pionieri; un arciduca russo in cerca di emozioni violente, come quello che fu portato a spasso nella prateria da Buffalo Bill; lo storico capo Joseph che si ripropone come una macchietta. Se dovessimo metter giù in compagnia di altri westernisti le note a piè di inquadratura, ci sarebbe da passare qualche ora divertente. Ma gli specialisti sono soltanto i destinatari segreti del film, in realtà lo spettacolo è rivolto al grande pubblico come dimostrano gli incassi americani. E chiuso felicemente l'incidente dell'impiccagione con serpente, eccoci a vivere gli ultimi cinquanta minuti intorno al torneo di poker ispirato alla prassi della stangata continua. Non mancano le sorprese, anche se i più furbi le scopriranno quasi tutte in anticipo, e poi ce n'è una che la casa distributrice prega vivamente di non rivelare. Acconsentiamo volentieri alla richiesta, tanto più che da tempo consideriamo l'eccesso di informazione sui film una iattura per il divertimento. Gli interpreti sono tutti all'altezza: Gibson autoironico e atletico, Jodie Foster fuori parte ma puntualissima, Garner simpatico come ai tempi del 'Maverick' in ventiquattro pollici." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 10 settembre 1994)
"Tra John Ford e George Feydau, tra stangate a ripetizione e omaggi all'intrattenimento televisivo per famiglie vecchio stile, 'Maverick' (che significa individualista, cane sciolto) è un film lunghissimo, poco insolente, troppo aderente alle urgenze del box-office. Donner chiama a se James Garner che fu il protagonista della serie, un veterano del genere (James Coburn) e una schiera di attori caratteristi provenienti da antichi telewestern. E poi strizza l'occhio al politically correct facendo parlare in lingua originale buffi indiani affaristi, cita 'Ombre rosse' e 'Un uomo chiamato cavallo', dirige benino un Mel Gibson che pare Burt Reynolds." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 17 settembre 1994)
"Eppure, nonostante la bella fotografia arancione di Vilmos Zsigmond e le sontuose scenografie di Tom Sanders, 'Maverick' gira spesso a vuoto: gli episodi picareschi sono attaccati con lo sputo, le trovate comiche un po' tirate via e il finale al tavolo verde fa rimpiangere la tensione della 'Stangata'. Il che non gli ha impedito di superare i 100 milioni di dollari di incasso sul mercato americano, ed è probabile che il film replicherà il successo anche nella vecchia Europa, magari imponendosi più per il tono scanzonato della ballata che per i riferimenti cine-musicali all'iconografia western (sul battello sfilano i migliori caratteristi della vecchia Hollywood; mentre il gotha canoro di Nashville, da Waylon Jennings a Kathy Mattea, partecipa al film in comparsate di lusso). Mel Gibson, stretto nel suo gilet da pokerista elegantone, non ha proprio la faccia da uomo della Frontiera, ma se la cava bene a cavallo e tra le braccia della sciantosa Jodie Foster, purtroppo malservita da un doppiaggio che deturpa in italiano anche le parole di Amazing Grace." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 16 settembre 1994)