I fratelli Carmelo e Salvatore La Marca, produttori della Trinacria Cinematografica alla fine degli anni '40, decidono di dichiarare guerra a Cinecittà, sostenuti anche da un Cardinale. Coinvolgono un divo di Hollywood sul viale del tramonto, ma una serie di eventi fra il tragico e il comico faranno fallire l'impresa...
SCHEDA FILM
Regia: Daniele Ciprì, Franco Maresco
Attori: Luigi Maria Burruano - Carmelo La Marca, Franco Vito Gaiezza - Vincent Cusumano, Pietro Giordano - Card. Sucato, Franco Scaldati - Salvatore La Marca, Robert Englund - Errol Douglas, Davide Marotta, Mauro Spitaleri
Soggetto: Franco Maresco, Lillo Iacolino, Daniele Ciprì
Sceneggiatura: Franco Maresco, Daniele Ciprì
Fotografia: Daniele Ciprì
Musiche: Salvatore Bonafede
Montaggio: Daniele Ciprì, Franco Maresco, Fabio Nunziata
Scenografia: Cesare Inzerillo, Nicola Sferruzza
Costumi: Patrizia Quaranta
Durata: 100
Colore: B/N-C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: CINICO CINEMA SRL, RAI CINEMAFICTION, ISTITUTO LUCE, TELE+
Distribuzione: ISTITUTO LUCE
Data uscita: 2003-09-05
NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 60MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA NELLA SEZIONE CONTROCORRENTE (2003)
CRITICA
"C'è il consueto corteggio di mostri, da far apparire vezzosi quelli del palazzo di Bagheria, nel 'Ritorno di Cagliostro'. Questa volta però Ciprì e Maresco li impiegano al servizio di un falso documentario sul cinema, beffardo e un po' folle, che ricorda un film di Peter 'il signore degli anelli' Jackson dal titolo 'Forgotten Silver'. (...) Sarà magari una deformazione nostra, che da Ciprì e Maresco ci aspettiamo molto, però il film è riuscito solo a metà. Esilarante e intelligente nella prima parte, scade un po' nella seconda, quando arrivano le spiegazioni finto- didascaliche sul ruolo di Lucky Luciano e della mafia". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 1 settembre 2003)
"Ciprì e Maresco, la sulurea ditta made in Sicilia, presenta 'Il ritorno di Cagliostro', un film molto divertente, soprattutto nella prima parte, e molto velenoso, che se la prende soprattutto col cinema stesso e i suoi stereotipi. (...) Fanno ridere di più e fanno meno paura, e in più omaggiano sinceramente quel tipo di scalcinati pionieri che davvero hanno fatto da noi il cinema dei bisnonni". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 31 agosto 2003)
"Si ride molto, specie nella prima mezz'ora, poi lo spasso s'appanna (una stretta al montaggio non guasterebbe), per lasciare il campo, nell'epilogo spiazzante, a un registro più cupo e desolato, condensato nella frase: 'Chi può dire come funziona l'animo umano?'" (Michele Anselmi, 'Il Giornale', 1 settembre 2003)
"Ridere di testa e di pancia, essere esilarati da continue invenzioni, senza attimi di tregua. E' possibile davanti alla più folle ricostruzione di un set che si sia mai vista; anche Ciprì e Maresco, la coppia di autori siciliani per la quale ha senso spendere i termini di innovazione, ha stemperato la provocazione colta sciogliendola in commedia pura: 'Il ritorno di Cagliostro' è un capolavoro di ingegneria surreale e al tempo stesso la dimostrazione che un cinema altro esiste". (Andrea Martini, 'La Nazione', 1 settembre 2003)
"Salutato da applausi e risate a scena aperta, 'Il ritorno di Cagliostro' di Ciprì e Maresco è molte cose insieme. E' un film comico qua e là irresistibile che ruota intorno alla lavorazione di una pellicola del terrore. E' un'autobiografia-confessione camuffata da omaggio a tutti i folli e gli avventurieri di serie Z stile 'Ed Wood'. E' l'incontro fra due mitologie, quella creata da Ciprì e Maresco con il loro mondo di mostri e reietti. E quella, ormai ampiamente sdoganata, di certa cinefilia pseudoperversa innamorata a priori del trash". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 1 settembre 2003)