Il mistero di Oberwald

ITALIA, GERMANIA OVEST 1979
La vicenda si svolge alla fine dell'ottocento in un paese di lingua tedesca. Protagonista è una giovane regina rimasta vedova il giorno stesso delle nozze per l'assassinio del giovanissimo re. Da allora la regina vive appartata, cambiando continuamente dimora e si mostra abitualmente col volto coperto da un velo nero, mentre sul suo conto vengono diramate le dicerie più odiose. Sebastian, giovane poeta anarchico, riesce a introdursi nell'appartamento della regina, deciso a ucciderla. La somiglianza fra l'attentatore e il giovane re assassinato è impressionante. Fra la regina e l'anarchico nasce l'amore. Il capo della polizia, il Conte di Foehn cerca di strumentalizzare questa passione. Sebastian, per non nuocere alla regina, che è ormai decisa a tornare a corte e ad assumere il potere, si avvelena. La regina vede nell'inevitabile morte di Sebastian la possibilità di realizzare il desiderio di morte che l'ha sempre ossessionata. Insulta e deride il giovane morente fino a spingerlo ad ucciderla.
SCHEDA FILM

Regia: Michelangelo Antonioni

Attori: Monica Vitti - Elisabetta d'Austria, Franco Branciaroli - Sebastian, Luigi Diberti - Duca di Willenstein, Elisabetta Pozzi - Madamigella di Berg, Paolo Bonacelli - Conte di Fohn, Amad Saha Alan - Tony

Soggetto: Jean Cocteau - film

Sceneggiatura: Tonino Guerra, Michelangelo Antonioni

Fotografia: Luciano Tovoli

Musiche: Guido Turchi

Montaggio: Michelangelo Antonioni, Francesco Grandoni

Scenografia: Misha Scandella

Arredamento: Stefania Conti

Costumi: Vittoria Guaita

Effetti: Vito Rossi, Armando Grilli

Altri titoli:

The Mystery of Oberwald

The Oberwald Mystery

Das Geheimnis von Oberwald

Durata: 128

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICO

Tratto da: ispirato al film "L'aquila a due teste" di Jean Cocteau

Produzione: RAI TV (ROMA), POLYTEL INTERNATIONAL (AMBURGO)

Distribuzione: CIDIF (1981) MARTINO - FONIT CETRA VIDEO

CRITICA
"Prodotto dalla seconda rete della Rai-Tv, il film rimanda, a nostro avviso, le nozze felici fra tecnica e poesia celebrate dell'elettronica ma intanto è già, come Antonioni sperava, una 'favola popolare' che incuriosisce e a suo modo appassiona." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 91, 1981).