Lina Maklin, stanca del bizzarro marito Robert, a cui non si sente più legata, vorrebbe lasciarlo, ma all'improvviso le viene comunicata la sua morte in un incidente aereo. Improvvisamente però lo vede ricomparire, deciso a fingere la propria morte per riscuotere la vistosa assicurazione. Lina vorrebbe ribellarsi al progetto, ma lui la costringe a subirlo e a collaborare agli accertamenti, fingendo di essere una vedova disperata e continuando la propria attività in un atelier di moda. Un certo Barnes si innamora di lei e Robert, che nell'attesa di incassare il denaro vive nascosto nella sua abitazione, capisce che sta per perdere la moglie, ma le promette di scomparire dalla sua vita appena raggiunto il suo scopo. Però, riuscita la frode, egli vorrebbe costringerla a seguirlo e inizia a ricattarla. Lina allora, esasperata e fuori di sé, lo sopprime investendolo con l'automobile e facendone scomparire il cadavere.
SCHEDA FILM
Regia: Anatole Litvak
Attori: Sophia Loren - Lisa Macklin, Anthony Perkins - Robert Macklin, Gig Young - David Barnes, Jean-Pierre Aumont - Alan Stewart, Yolande Turner - Barbara Ford, Tommy Norden - Johnny, Mathilde Casadesus - Madame Duval, Billy Kearns - Capitano Wade, Barbara Nicot - Regine, Louis Falavigna - Il farmacista, Elina Labourdette - Madame Lafont, Régine - Signora Wade, Jean Ozenne - Mons. Babasse, Clément Harari - Mons. Schmidt, Gisèle Préville - Signora Harrington, Jean Hébey - Nikandros, Pascale Roberts - Passante
Soggetto: André Versini - idea
Sceneggiatura: Peter Viertel, Hugh Wheeler, Ennio De Concini, Maurice Druon - dialoghi
Fotografia: Henri Alekan
Musiche: Jacques Loussier, Mikis Theodorakis
Montaggio: Bert Bates
Scenografia: Alexandre Trauner
Costumi: Guy Laroche
Altri titoli:
Five Miles to Midnight
La troisième dimension
La terza dimensione
Durata: 115
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM, VISTAVISION
Tratto da: idea di André Versini
Produzione: DEAR FILM, FILMSONOR, MERCURY
Distribuzione: DEAR FILM
CRITICA
"Greve vicenda drammatica che il buon mestiere del regista riesce a sollevare di qualche momento dalla pesantezza e dalla monotonia. Manca però quell'approfondimento psicologico che solo potrebbe giustificare il soggetto, mentre il lento ritmo priva il lavoro della necessaria tensione e dinamicità. Mediocre l'apporto dei protagonisti, che si trovano sfasati e forse al di fuori delle proprie possibilità espressive. Discreta la fotografia". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 53, 1963)