Martin, panettiere in un villaggio della Normandia, ha un'immaginazione sfrenata e una grande passione: la letteratura romantica ottocentesca. Quando arrivano i nuovi vicini, una coppia di inglesi che si chiamano Gemma e Charles Bovery, Martin viene subito colpito dall'assonanza dei loro nomi con quelli dei protagonisti del romanzo "Madame Bovary" di Gustave Flaubert. Comincia così a fantasticare sulla bella Gemma, su suo marito e sul rampollo di una famiglia altolocata che si è ritirato in campagna per scrivere la tesi. Secondo Martin stanno ripercorrendo la storia del capolavoro di Gustave Flaubert.
SCHEDA FILM
Regia: Anne Fontaine
Attori: Fabrice Luchini - Martin Joubert, Gemma Arterton - Gemma Bovery, Jason Flemyng - Charlie Bovery, Isabelle Candelier - Valérie Joubert, Niels Schneider - Hervé de Bressigny, Mel Raido - Patrick, Elsa Zylberstein - Wizzy, Pip Torrens - Rankin, Kacey Mottet Klein - Julien Joubert, Edith Scob - Madame de Bressigny, Pascale Arbillot - Nuova vicina, Philippe Uchan - Dott. Rivière, Marie-Bénédicte Roy - Madame Rivière, Christian Sinniger - Produttore di Calva, Pierre Alloggia - Produttore di Calva, Patrice Le Méhauté - Maître d'hôtel, Gaspard Beaucarne - Rémi, Marianne Viville - Pandora
Soggetto: Posy Simmonds - graphic novel
Sceneggiatura: Pascal Bonitzer, Anne Fontaine
Fotografia: Christophe Beaucarne
Musiche: Bruno Coulais
Montaggio: Annette Dutertre
Scenografia: Arnaud de Moléron
Costumi: Pascaline Chavanne
Durata: 99
Colore: C
Genere: DRAMMATICO ROMANTICO COMMEDIA
Tratto da: graphic novel omonima di Posy Simmonds (ed. Hazard)
Produzione: CINÉ@, ALBERTINE PRODUCTIONS, GAUMONT, CINÉFRANCE 1888, FRANCE 2 CINÉMA
Distribuzione: OFFICINE UBU (2015)
Data uscita: 2015-01-29
TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON LA PARTECIPAZINE DI: CANAL +, OCS , FRANCE TÉLÉVISIONS; IN ASSOCIAZIONE CON RUBY FILMS; CON IL SOSTEGNO DEL BRITISH FILM INSTITUTE.
- FILM DI APERTURA AL 32° TORINO FILM FESTIVAL (2014), SEZIONE 'FESTA MOBILE'.
CRITICA
"Se qualcuno pensasse al vecchio gioco dei trapianti culturali, occorre dirglielo a voce alta: «Gemma Bovery», pur attivando continue schermaglie con il capolavoro (non solo di Flaubert, ma della letteratura universale) semiomonimo, è una commedia d'evidente cifra cinematografica: non è un caso, in effetti, che il protagonista arrivato al primo snodo della trama pronunci la battuta: «Mi sento come un regista che ha appena esclamato "Azione!"». Persino ignorando l'ottimo preliminare e cioè che ogni film interpretato da Fabrice Luchini si tramanda come imperdibile, è sorprendente la raffinatezza impiegata dalla regista Anne Fontaine per operare il transfert con cui lo humour britannico della graphic novel originaria confluisce in un esito crudo, materiale, mortuario. E persino facendo a meno di una di quelle assonanze che elettrizzano solo i cinefili e cioè l'eco del Truffaut di «Le due inglesi», è stimolante come un'indagine sulla forza del desiderio e delle sue illusioni nonché della manipolazione operata dalla vita sull'arte funzioni come motore anziché facsimile dei fatti. Il Martin di Luchini vale da solo il prezzo del biglietto (...) Gemma ovvero la Arterton ex Bondgirl, una di quelle attrici che promanano un calore in grado di bruciare la tela dello schermo, si rivela esattamente l'icona sulla quale il misantropo può operare un'insperata quanto agognata trasfigurazione romanzesca." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 5 febbraio 2015)