Garage

3/5
Ritratto bressoniano di uno scemo del villaggio: premiata a Torino, l'innocenza di Lenny Abrahamson

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IRLANDA 2007
Josie, da sempre considerato da tutti i suoi vicini un ragazzo disadattato ma innocuo, non ha mai avuto grandi ambizioni, solide amicizie o donne che lo abbiano travolto. Ha trascorso tutta la sua vita adulta lavorando come custode in una fatiscente stazione di servizio alla periferia di una piccola cittadina irlandese ma, pur non avendo cultura ed essendo sempre solo, Josie non ha mai perso la sua dose di ottimismo e la speranza di trovare la felicità. Nel corso di un'estate, però, la sua vita avrà una brusca sterzata...
SCHEDA FILM

Regia: Leonard Abrahamson

Attori: Pat Shortt - Josie, Anne-Marie Duff - Carmel, Conor Ryan - David, Tommy Fitzgerald - Declan, Andrew Bennet - Sully, Denis Conway - Garda Michael, Tom Hickey - Sig. Skerrit, George Costigan - Dan, John Keogh - Sig. Gallagher, Una Kavanagh - Pauline, Jason Nelligan - Lester, Don Wycherley - Breffni, Suzy Lawlor - Louise

Sceneggiatura: Mark O'Halloran

Fotografia: Peter Robertson

Musiche: Stephen Rennicks

Montaggio: Isobel Stephenson

Scenografia: Padraig O'Neill

Costumi: Sonya Lennon

Durata: 85

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: ELEMENT PICTURES, FILM4, THE IRISH FILM BOARD, MK2

Distribuzione: MEDIAPLEX ITALIA (2009)

Data uscita: 2009-06-05

NOTE
- PRESENTATO ALLA 39MA "QUINZAINE DES REALISATEURS" (CANNES, 2007).

- MIGLIOR FILM ALLA 25MA EDIZIONE DEL TORINO FILM FESTIVAL (2007).
CRITICA
"L'uomo imperfetto e goffo contrasta con gli stupendi paesaggi irlandesi." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 30 novembre 2007)

"'Garage' è un ritratto di una provincia bigotta e feroce, senza che alcun gesto feroce si veda mai sullo schermo. Il regista Lenny Abrahamson e lo sceneggiatore Mark O'Halloran raccontano per accenni, per situazioni. Pochissimi dialoghi, molti silenzi. Giornate che scorrono monotone. Violenza sempre latente. Film a suo modo notevolissimo, con un attore - Par Shortt - che, se si chiamasse De Niro, vincerebbe l'Oscar." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 5 giugno 2009)

"Dire che l'Irlanda sullo sfondo è sempre di una sconcertante tonalità verde-grigio, direttamente proporzionale allo stato d'animo in apparente disfacimento del protagonista, è scontato. Sostenere che interpretare la parte del ritardato sia più semplice di ruoli che si costruiscono sulle sfumature, lo è altrettanto. 'Garage', però, si arena su facili simbolismo come su una semplicità di messa in scena che più che mancanza intrinseca di mezzi rasenta l'assenza di spunti stilistici." (Davide Turrini, 'Liberazione', 5 giugno 2009)

"Come il più denso e originale 'Station Agent' (recuperatelo!), un piccolo film fatto di silenzi, quotidianità e attutite amarezze. Un film 'da festival' (ha vinto anche a Torino), come dicono coloro che tutto ciò temono e dunque rifiutano. Un film nipote del dublinese Beckett: due personaggi assurdi, su una panchina sul lago, parlano di anguille: 'sporche, vecchie cose'". (Alessio Guzzano, 'City', 5 giugno 2009)

"Lo scemo del villaggio e la diffidenza degli altri sono l'essenza di 'Garage', uno di quei film che si fanno per i festival e che servono a ricordare ai giornalisti - quasi i soli a vederli in un cinema, prima che passino di notte in tv, per infermieri e guardiani notturni - che il mondo è cattivo." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 5 giugno 2009)

"Nel racconto di una provincia contadina dove non succede nulla, dopo aver raccontato Dublino in 'Adam e Paul', Abrahamson procede per accumulo di piccoli indizi che porteranno all'accerchiamento del protagonista, senza farsi mancare tutti gli ingredienti del caso; la ragazza, gli amici, lo scandalo, l'indagine poliziesca. Ma non di film poliziesco si tratta, piuttosto di durissimo umorismo, dove rispetto alla grandiosità di un misterioso disegno divino espresso in clamorosi paesaggi, vediamo dibattersi destini individuali che vanno verso il baratro con ingenuo e fiducioso ottimismo." (Silvana Silvestri, 'Il Manifesto', 5 giugno 2009)