Durante un'immersione ordinata dall'Ammiraglio, un palombaro, addetto all'Arsenale di Venezia, muore, lasciando orfana e sola la figlia Anna. Un vecchio amico del padre le offre ospitalità nella sua casa, dov'egli vive insieme al figlio operaio, innamorato della ragazza. Questa, ai funerali del padre, conosce un giovane ufficiale, Luciano, figlio dell'ammiraglio: tra i due giovani sorge spontaneo l'amore. Quando Luciano parte per una crociera, Anna, non vista, lo vede prender congedo da una che abbraccia e bacia. Credendosi a torto tradita, Anna, nella sua disperazione, decide di promettersi al figlio dell'amico. Ma la sera, in cui dovrebbe aver luogo il fidanzamento ufficiale, Luciano, appena sbarcato, la cerca, la raggiunge e riesce a convicerla del suo errore. Nell'ebbrezza della passione i due giovani passano la notte insieme. Ferito nel suo affetto e nel suo orgoglio di padre, il vecchio amico si reca dall'ammiraglio per protestare contro il contegno di Luciano. Chiamata a sé la ragazza, l'ammiraglio la tratta duramente e le dichiara ch'essa mai potrà sposare suo figlio, Anna ne resta sconvolta e nel tornare a casa, vedendo una nave in fiamme, vi sale deliberatamente e muore insieme a Luciano, che, avvertito di tutto, ne veniva in traccia.
SCHEDA FILM
Regia: Giuseppe Maria Scotese
Attori: Lauro Gazzolo - Antonio, Leonardo Cortese - Luciano, Sandro Ruffini - L'Ammiraglio, Padre Di Anna, Tina Pica, Ermanno Randi - Figlio Di Antonio, Lea Padovani - Anna, Elaine Shepard - Patricia, Umberto Sacripante
Soggetto: Mario Zicavo, Silvio Benvenuto
Sceneggiatura: Leopoldo Trieste, Vittorio Sala, Nicola Manzari, Guido Alfano, Giuseppe Maria Scotese
Fotografia: Giovanni Ventimiglia
Musiche: Edgardo Miccucci, Raffaele Gervasio
Scenografia: Piero Filippone
Altri titoli:
VENEZIA RIO DELL'ANGELO
Genere: DRAMMATICO
Produzione: ANGELO CESARE MIELE E GUIDO ALFANO PER ARGA FILM
Distribuzione: REGIONALE
CRITICA
"Un film interpretato con encomiabile serietà da nostri attori i quali purtroppo non sono riusciti a salvare nulla. La sceneggiatura e i dialoghi sono scanditi come il più banale dei fotoromanzi". (F. Gabella, "Intermezzo", 24-31 dicembre 1952).