Il film, in due episodi,"Giusitina" e "Livia" - narra due giornate particolari - Ferragosto e la vigilia di Natale - nelle vite de il Bove e il Pechino, due ragazzi di Torbellamonaca che involontariamente fanno da trait d'union fra una nonna e un nipote, poi tra una madre e la sua bambina. Proprio nelle giornate di festa in cui tutti vorrebbero divertirsi la solitudine si fa sentire di più e soltanto lo scambio di attenzione e d'affetto fa ritrovare la voglia di guardare avanti.
SCHEDA FILM
Regia: Francesco Apolloni
Attori: Pupella Maggio - Giustina, Francesco Venditti - Il Bove, Mauro Meconi - Il Pechino, Arianne Turchi - Livia, Agnese Nano - Giordana, Paolo Sassanelli - Barista, Ricky Tognazzi, Piero Natoli, Emilio Carelli, Angelo Orlando, Eleonora D'Urso, Alberto Molinari, Michela Rocco Di Torrepadula
Soggetto: Francesco Apolloni
Sceneggiatura: Gianni Cardillo, Paolo Rossetti, Francesco Apolloni
Fotografia: Giulio Pietromarchi
Musiche: Alessandro Molinari, Emanuele Lunadei
Montaggio: Rita Rognoni
Scenografia: Emita Frigato, Simona Garotta
Costumi: Chiara Ferrantini
Durata: 92
Colore: C
Genere: DRAMMATICO COMMEDIA
Produzione: MASSIMO CHIESA PER FOX & GOULD PRODUZIONI SRL, APOROS GROUP E PAOLO ROSSETTI
Distribuzione: ISTITUTO LUCE (2004)
Data uscita: 2004-04-23
NOTE
REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI.
PRESENTATO AL GIFFONI FILM FESTIVAL 2002 NELLA SEZIONE "FINESTRA SUL CORTILE".
ULTIMA INTERPRETAZIONE DELL'ATTRICE NAPOLETANA PUPELLA MAGGIO PRIMA DELLA SUA SCOMPARSA.
PRESENTATO: ANNECY FILM FESTIVAL 2003, CINEMA MADITERRANEEN MONTPELLIER 2003, VILLERUPT 2003, GLOBO D'ORO 2003, R.I.F.F. 2003, SAN PAULO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2003.
CRITICA
"I motivi chiave sono evidentemente la disperazione da una parte e dall'altra il dono che la vita può riservare attraverso un incontro inatteso. Le fate del titolo, secondo una delle due accezioni del medesimo. La seconda, spiega il regista, è quella dell'esortazione al fare di cui si professa esempio: conquistarsi il proprio spazio, bando al vittimismo. Apprezzabile, come lo sono lo spirito e molte soluzioni del film; d'altronde vistosamente sbilanciato tanto da impedirci, a malincuore, il sorrisone pieno." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 24 aprile 2004)