DECISIONE CRITICA

CRITICAL DECISION

USA 1996
Un Boeing 747 diretto a Washington viene dirottato da Nagi Hassan, un esponente di una delle più brutali e temute organizzazioni terroristiche del mondo. Si presume che il dirottatore pretenda la liberazione del leader del suo gruppo, detenuto in Inghilterra in attesa dell'estradizione negli Stati uniti, in cambio della vita dei 400 passeggeri che si trovano a bordo del Boeing 747. David Grant, un qualificato funzionario dei servizi segreti americani, esperto in terrorismo internazionale, viene immediatamente consultato sulla questione. La sua valutazione dei fatti risulta ben più allarmante: Nagi Hassan, operando in segreto e di sua iniziativa, ha intenzione di far esplodere su Washington un carico DZ-5, il più letale dei gas nervini in circolazione. L'Unità di Crisi chiamata a risolvere il problema si trova di fronte a una agghiacciante alternativa: può ignorare l'ipotesi di Grant e consentire al Boeing 747 di atterrare a Washington, mettendo a repentaglio la vita di migliaia di persone, oppure distruggere il Boeing 747, sacrificando 400 vittime innocenti, prima che raggiunga lo spazio aereo americano. Il Tenente Colonnello Austin Travis delle Forze Speciali, comandante di una qualificata unità antiterrorismo, propone una terza, rischiosa soluzione. Utilizzando un aereomobile sperimentale, progettato per il trasferimento degli equipaggi dei bombardieri ad alta quota, Travis pensa di poter agganciare il Boeing 747 a ottomila metri d'altezza sull'Atlantico e trasferire segretamente a bordo dell'aeromobile in pericolo la sua squadra di esperti costituita da Rat, Cappy, Louie e Baker. Viene deciso che anche David Grant, per la sua esperienza nei servizi segreti, e Cahill, l'ingegnere civile ideatore dell'aereo sperimentale, faranno parte della missione. Durante le manovre di agganciamento il mezzo utilizzato per il trasbordo va distrutto. I componenti del gruppo, che sono comunque riusciti a penetrare nel Boeing 747, rimangono isolati nell'impossibilità di comunicare con l'esterno. A terra, l'Unità di Crisi, credendo che la missione sia fallita, si prepara a mettere in atto il piano che prevede la distruzione del velivolo. A bordo, gli uomini lavorano freneticamente per disinnescare il sensibilissimo ordigno computerizzato e prendere il comando dell'aereomobile prima che raggiunga lo spazio statunitense protetto. Possono contare soltanto sull'aiuto di Jean, un'assistente di volo coraggiosa e piena di risorse, assai utile nei collegamenti tra la cabina passeggeri e la stiva dove si trovano. Tra molteplici difficoltà e contrattempi, malgrado la tragica morte di Austin Travis, la missione viene portata a compimento.
SCHEDA FILM

Regia: Stuart Baird

Attori: B.D. Wong - Louie, Oliver Platt - Cahill, Whip Hubley - Baker, John Leguizamo - Rat, David Suchet - Nagi Hassan, Halle Berry - Jean, Steven Seagal - Austin Travis, Kurt Russell - David Grant, Joe Morton - Cappy

Soggetto: Jim Thomas, John Thomas

Sceneggiatura: Jim Thomas, John Thomas

Fotografia: Alex Thomson

Musiche: Jerry Goldsmith

Montaggio: Dallas Puett, Stuart Baird, Frank J. Urioste

Scenografia: Terence Marsh

Durata: 132

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: SCOPE A COLORI

Produzione: JOEL. SILVER

Distribuzione: WARNER BROS ITALIA - WARNER HOME VIDEO (GLI SCUDI)

NOTE
REVISIONE MINISTERO APRILE 1996
CRITICA
"Malgrado il soggetto si presti a molte soluzioni visive tecnologiche, 'Decisione critica' ricorre con parsimonia alla suggestione degli effetti speciali strutturando il procedere degli eventi più sulla tensione delle situazioni ambientali e dello scontro tra personaggi mentre il film passa dagli aggeggi sofisticati all'antica pratica dell'alfabeto Morse per comunicare, da bordo dell'aereo, con il comando di Washington. Affrontando temi e paure purtroppo tipici della nostra società abituata a risolvere i contrasti con la violenza, anche film come 'Decisione critica', volto al cosiddetto 'consumo', s'ispirano più alla realtà che alle futuristiche storie d'avventura. Degli interpreti s'è detto con Seagal dall'espressione marmorea opposto al più duttile Kurt Russell e la bella Halle Berry, assistente di volo brutalizzata dai terroristi e infine conquistata dall'intrepido agente segreto". (Alfio Cantelli, 'Il Giornale', 24 aprile 1996).
"Il catastrofismo, dunque, cui non a caso questa volta partecipa, fra i personaggi di spicco, Steven Seagal, già eroe in 'trappole' varie, da quella In alto mare alla recente Sulle montagne rocciose. Il clima è sempre quello, il pericolo, molti ambienti chiusi per favorire la claustrofobia, il solito montaggio alla Griffith verso la fine per scandire i tempi dei tentativi di salvataggio opposti, in parallelo, a quelli che potrebbero far esplodere il dramma. La regia di Stuard Baird, noto finora soprattutto come montatore e poi come regista di "seconde unità", cerca di mettercela tutta per ottenere gli effetti desiderati, sia a livello di tensione che di angoscia, ma nonostante i suoi trascorsi professionali, annaspa molto nel trovare i ritmi giusti, divaga attorno a situazioni secondarie e in molte occasioni esita nella direzione degli attori lasciati troppo spesso, e in modo scoperto, alle loro responsabilità personali. Seagal, perciò, si limita a ripetere quello che ha già fatto, senza rinnovarsi un solo istante, e così gli altri, Kurt Russel, l'esperto in terrorismo e Halle Berry, un'assistente di volo incaricata dal copione di inserire nell'azione l'immancabile e necessario elemento femminile. Stupirà, ma è l'unica credibile. (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo').
"In gran parte ambientato sul 747, dove fra i terroristi le turbolenze, l'ordigno pronto a esplodere, l'artificiere ferito e i collegamenti con la terra saltati succede veramente di tutto, 'Decisione critica' è un puro film di genere che sa come tener desta l'attenzione: saliti a bordo, non si guarda più l'ora fino al rocambolesco atterraggio. Molto si deve all'incalzante regia del debuttante Stuart Baird, già montatore di spediti 'actioner' come 'Arma letale 1 e 2', e alla simpatia di Kurt Russell, credibile eroe per caso. (Alessandra Levatesi, 'La Stampa', 26 aprile 1996).