Nella piccola stazione di Winchester, in piena campagna inglese, si incrociano gli itinerari settimanali di Anna Yesson, che si reca in una località vicina per svolgervi una attività di servizio sociale, e del dottor Alec Harvey, medico in un ospedale della zona. Un casuale incontro e contatto tra i due dà origine a una relazione che procede gradualmente verso la passione reciproca. Lo sbandamento sentimentale in Anna è favorito da una situazione familiare un po' ristagnante e in Alec da un rapporto reso freddo dalla trascuratezza di una moglie immersa nei propri interessi di pubblicista. Alec, approfittando delle incertezze di Anna e del suo sempre maggiore coinvolgimento, le propone di abbandonare tutto e di seguirlo in Australia dove gli è stato offerto un buon impiego. A questo punto la donna, costretta a compiere un passo decisivo e sconvolta dalla banalità di un incontro clandestino interrotto casualmente dall'intervento di un estraneo, non accetta e ritorna, sebbene pensierosa e tuttora turbata, da suo marito e dai figli, per riprendere l'esistenza che il breve incontro aveva per qualche settimana modificata e non spezzata.
SCHEDA FILM
Regia: Alan Bridges
Attori: Richard Burton - Alec Harvey, Sophia Loren - Anna Jesson, Jack Hedley - Graham Jesson, Rosemary Leach - Signora Gaines, Anne Firbank - Melanie Harvey, Gwen Cherrell - Dolly, Benjamin Edney - Alistair Jesson, John Le Mesurier - Stephen, Jumoke Debayo - Signora Harris, Madeleine Hinde - Dominic Jesson
Soggetto: Noël Coward - romanzo
Sceneggiatura: John Bowen
Fotografia: Arthur Ibbetson
Musiche: Cyril Ornadel
Montaggio: Peter Weatherley
Scenografia: Peter Roden
Arredamento: Bruno Cesari
Costumi: Beatrice Dawson
Durata: 115
Colore: C
Genere: FILM TV ROMANTICO
Specifiche tecniche: 35 MM, EASTMANCOLOR
Tratto da: romanzo "Still Life" di Noel Coward
Produzione: CARLO PONTI CINEMATOGRAFICA, CECIL CLARKE PRODUCTIONS, HALLMARK HALL OF FAME PRODUCTIONS, INCORPORATED TELEVISION COMPANY (ITC)
Distribuzione: VARIETY
NOTE
- REMAKE DEL FILM OMONIMO DEL 1945, DIRETTO DA DAVID LEAN.
CRITICA
"Il dramma di una simpatia che si dilata in amore, inserendosi in due famiglie sino al punto da farne prevedere una devastazione, è seriamente possibile e frequente; ma è anche troppo sfruttato per tradursi in una trattazione agghiacciante. D'altra parte, questo 'remake' di un'opera molto nota ma forse valida solo per il contesto sociale e cinematografico dell'immediato dopoguerra, non aggiunge nulla. La naturalezza dello sviluppo e la precisione della descrizione ambientale, infatti, appaiono secondari rispetto alla troppa convenzionalità e superficialità delle figure e delle annotazioni psicologiche." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 78, 1975)