Paolo Brunatto
PARIGI (Francia), 26 luglio, 1935
MOROLO, Frosinone (Italia), 15 settembre, 2010
Regista. Considerato uno dei maggiori esponenti del cinema underground italiano, nasce a Parigi da padre italiano e madre francese. Durante l'adolescenza si trasferisce a Firenze dove frequenta prima il liceo classico e poi segue i corsi di pittura tenuti da Ottone Rosai all'Accademia di Belle Arti. A Ginevra, mentre studia alla Facoltà di Architettura, conosce Ricardo Bofill, con cui inizia una proficua collaborazione che li porta a realizzare il modello di un'abitazione del tutto sperimentale a Ibiza. In quegli anni, però, la passione per il cinema e la televisione prende il sopravvento e lo spinge ad abbandonare gli studi. Il suo primo documentario, "Appunti sull'emigrazione - Spagna '60", realizzato nel 1960, vince un premio al Festival di Mosca. Nel 1963 inizia a collaborare con la RAI in veste di regista freelance, realizzando numerosi reportage, inchieste e documentari tra cui "Montale a Milano", "L'ipnosi", "Kafka" e "Comisso". Nello stesso periodo realizza due documentari per il grande schermo - "L'angelo e Satana" e "Insomma" - e collabora con Carmelo Bene per "Un'ora prima di Amleto + Pinocchio" e "Bis", opere passate sotto silenzio e riscoperte soltanto nel 1994 dal Festival di Taormina. Per tutti gli anni Sessanta lavora febbrilmente per programmi RAI come "Sprint" o "Tempo libero" e uno dei suoi reportage, "Lavorare stanca" (1966), viene presentato al Festival dei Popoli. Nel 1967, in occasione del Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, entra in contatto con il cinema underground americano e da quel momento si dedica alla creazione di un circuito di cineasti italiani indipendenti. In quello stesso anno parte per un viaggio che lambisce territori lontani tra cui Afghanistan, Pakistan, India e Nepal, durante il quale gira "Vieni dolce morte...", film 'on the road' che segnerà la sua opera e soprattutto la sua esistenza. I film successivi - "Tak" (1968), "Oserò turbare l'universo?" (1979) e "La voce di esta joy" (1971) - entrano a pieno diritto tra i film sperimentali, ma nello stesso periodo riscopre la passione per il disegno e si dedica alla creazione di un fumetto, "Riusciranno i nostri eroi?...", che ottiene un grande successo nel mondo underground. Dopo un lungo vagabondaggio che lo porta tra il 1971 e il 1973 nel Nord Europa, riprende a collaborare con la RAI curando l'edizione italiana di "Cancer" di Glauber Rocha e girando alcuni documentari sulle personalità più eminenti della cultura italiana, da Pasolini a Zanzotto, da Alberto Mondadori a Neri Pozza, fino a Luigi Malerba e Mario Luzi. Nel 1975 riprende la sua attività di cineasta indipendente e organizza presso il Filmstudio di Roma, insieme a Enzo Ungari e Adriano Aprà, una rassegna dedicata a film italiani realizzati in super8, in cui vengono proiettati i primi cortometraggi di Nanni Moretti. L'anno successivo fonda la Karma Film, che si propone come obiettivo quello di rilanciare i filmmaker indipendenti, e nel corso degli anni Ottanta viaggia freneticamente per il mondo realizzando documentari e reportage per la RAI. Interessato alle cinematografie del Terzo Mondo, approda all'Azzurro Scipioni di Roma dove Silvano Agosti gli concede la possibilità di organizzare degli incontri sulla cultura del Tibet. Nel 1983 il Filmstudio gli dedica una lunga rassegna dal titolo "Festival Paolo Brunatto". Alla fine degli anni Ottanta collabora con Bernardo Bertolucci per i backstage di "L'ultimo imperatore" (1987) e "Piccolo Buddha" (1993). Negli ultimi anni si continua a battere per la visibilità del cinema italiano underground, curando la serie di film "I clandestini del cinema italiano", andati in onda sul canale satellitare Cult. Per tutta la vita continua a dipingere e nel 2006 la Galleria "Studio di Canova" di Roma gli dedica un'esposizione delle sue opere. Muore all'età di 75 anni.