Michele Riondino
TARANTO (Puglia), 14 marzo, 1979
Attore. Originario del quartiere 'Paolo VI' di Taranto. Il film "L'attimo fuggente" (1989), di Peter Weir, strega il giovane Michele, tanto da fondare con alcuni amici 'La setta dei poeti estinti'. Il progetto iniziale è mettere su una band musicale, per cui impara a suonare la chitarra, ma il suo vero sogno è diventare attore. A diciassette anni scopre l'esistenza del CREST, Centro di Ricerca e Sperimentazione Teatrale, che organizza dei laboratori nella città vecchia. Comincia a frequentarlo e a mettere a fuoco sempre di più la sua passione per la recitazione. Successivamente, viene a sapere dell'esistenza dell'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" di Roma e intende entrarvi. A tale scopo, per un anno segue le lezioni del maestro Giorgio Pucciarello, baritono esperto di musica e spettacolo. Riesce ad entrare all'Accademia e si trasferisce a Roma. Qui conduce una vita divisa tra studio e recitazione, conseguendo il diploma nel giugno del 2000. Dopo frequenta assiduamente vari laboratori teatrali, quali quello 'sul mimo corporeo' di Michele Monetta o quello sulla 'neo-avanguardia' di Franco Brambilla. Fonda egli stesso, insieme ad alcuni compagni, la compagnia 'Il Circo Bordeaux", con cui calca il palcoscenico e mette in scena i testi scritti da Marco Andreoli. In seguito, diretto da Marco Bellocchio, recita nel "Macbeth" (2000); con Giuseppe Patroni Griffi prende parte a "Uno sguardo dal ponte" (2003), di Arthur Miller, e, per Marco Baliani, recita ne "La Pelle" (2008). Importante per la sua carriera è l'incontro e la collaborazione con Emma Dante, per la quale partecipa ai "Cani di bancata" (2006). Debutta in TV con piccole parti. Prima è al fianco di Massimo Dapporto in "Casa famiglia" (2000), di Riccardo Donna; poi è alunno di Massimo Lopez in "Compagni di scuola" (2001), di Tiziana Aristarco e Claudio Norza; infine impersona 'Enrico' in "Incantesimo" (2002), di Tommaso Cane e Alessandro Sherman. Segue la partecipazione a "Distretto di polizia 4" (2003) e "Distretto di polizia 5" (2005), prima per la regia di Monica Vullo, poi per quella di Lucio Gaudino. Negli anni successivi è ancora la volta di piccoli ruoli, per poi arrivare a vestire i panni del protagonista in "Il giovane Montalbano" (2012), fiction diretta da Gianluca Maria Tavarelli. Approda al cinema nel 2004 con "Uomini & donne, amori e bugie", per la regia di Eleonora Giorni, la quale ottiene la candidatura ai Nastri d'Argento come miglior regista esordiente. Nel 2008 recita insieme a Elio Germano in "Il passato è una terra straniera", di Daniele Vicari. Per questo film ottiene la nomina ai Nastri d'Argento 2009 come miglior attore non protagonista e la menzione speciale per il migliore attore al Festival di Miami 2009. Nello stesso anno, è 'Rico', uno dei protagonisti di "Fortapàsc", per la regia di Marco Risi. Il 2009 lo vede cimentarsi, prima, col genere sentimentale in "Dieci inverni", di Valerio Mieli, poi con quello storico in "Noi credevamo", per la regia di Mario Martone. Nel 2011 recita per due film entrambi tratti da romanzi: "Henry", di Alessandro Piva, ispirato al romanzo omonimo di Giovanni Mastrangelo, e "Gli sfiorati", che si rifà al libro di Sandro Veronesi, con Claudio Santamaria, per la regia di Matteo Rovere.