Lou CastelUlv Quarzéll

Attore. Figlio di un diplomatico svedese e di madre irlandese, arriva in Italia nei primi anni Sessanta dove frequenta i corsi di arte drammatica di Alessandro Fersen e, per pochi mesi, il corso di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia. Ed è proprio alla scuola di cinema di Roma che avviene l'incontro con il regista Marco Bellocchio, che lo sceglie come interprete del suo "I pugni in tasca" (1965). Il suo volto infantile e ribelle e lo sguardo penetrante e a tratti allucinato cattura immediatamente l'attenzione della critica e degli addetti ai lavori. Per Bellocchio reciterà anche in "Nel nome del padre" (1971) e "Gli occhi, la bocca" (1982), ma nel complesso della sua carriera Castel è apparso in un centinaio di film di diverse nazionalità e vari generi, diretto da registi del calibro di Liliana Cavani ("Francesco d'Assisi", 1966), Salvatore Samperi ("Grazie zia", 1968), Rainer Werner Fassbinder ("Attenzione alla puttana santa", 1971), Claude Chabrol ("Sterminate 'Gruppo Zero'",1974), Wim Wenders ("La lettera scarlatta", 1973; "L'amico americano", 1977), Ettore Scola ("Che ora è?", 1989), Philippe Garrel ("Elle a passé tant d'heures sous les sunlights...",1985; "La nascita dell'amore", 1993). È apparso inoltre in alcuni western italiani tra cui "Quién sabe?" (1966) di Damiano Damiani e "Requiescant" (1966) di Carlo Lizzani, in cui recita al fianco di Pier Paolo Pasolini. Apolide, politicamente impegnato (la militanza di sinistra gli è costata l'espulsione dall'Italia nel 1972) e artista poliedrico (negli ultimi anni si è dedicato soprattutto alle video-istallazioni e al ready-made), nel 2016 si racconta nel documentario diretto da Pierpaolo De Sanctis "A pugni chiusi", presentato al 34mo Torino Film Festival. È stato sposato con l'attrice Marcella Michelangeli, da ha avuto il figlio Rocco Quarzell.