Zhang Yuan
NANCHINO (Cina)
Regista e produttore di fama internazionale, con le sue opere di realismo urbano è una delle voci più rappresentative del cinema cinese. Dopo gli studi di disegno e pittura nel 1989 si diploma all'Accademia del cinema di Pechino e, in attesa del permesso governativo per poter esercitare la professione di regista cinematografico, ufficialmente si dedica alla realizzazione di spot pubblicitari e video musicali mentre e allo stesso tempo, clandestinamente, come altri suoi colleghi membri della 'Sesta Generazione', dirige film illegali sprovvisti dell'autorizzazione dell'Ufficio del Cinema di Pechino. Nel 1992 ha prodotto e diretto il suo primo lungometraggio, "Mother", Premio del Pubblico al Festival del Cinema di Nantes. Il suo secondo lungometraggio, "Beijng Bastards" è stato il primo film indipendente della Cina dopo il 1949. Nel 1994 ha prodotto e diretto "The Square", documentario-lungometraggio sul modo di usare piazza Tienanmen. L'anno seguente produce e dirige "Sons", vincitore di un Premio al Festival di Rotterdam. Nel 1996 ha diretto il suo quarto film, "East Palace, West Palace". Nel 1998 ha diretto "Crazy English". Nel 1999 a Venezia vince il premio per la miglior regia con il film "Diciassette anni", presentato come film di produzione italiana e poi messo in circolazione con il visto di Pechino, grazie ad alcuni tagli della censura cinese. Dopo una decennale carriera e grazie al successo internazionale, finalmente può realizzare in patria film 'legali', ma, a causa dei temi trattati nei suoi film, resta sempre sgradito alla critica nazionale e mal tollerato dalle autorità cinesi. Nel 2006 realizza un altro film con la collaborazione italiana, "La guerra dei fiori rossi", vincitore del Prize of the Guild of German Art Cinemas alla 56ª Berlinale e del premio Albacinema per la miglior regia alla Vª edizione dell'Alba International Film Festival (2006). Alla 63ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia gli viene assegnato il premio Robert Bresson dalla direzione del Festival Tertio Millennio dell'Ente dello Spettacolo e dalla 'Rivista del Cinematografo', come regista che ha dato una testimonianza significativa, per sincerità e intensità, del difficile cammino alla ricerca del significato spirituale della nostra vita.