Stephen Dwoskin
Noto anche come: Steve Dwoskin
NEW YORK (USA), 15 gennaio, 1939
LONDRA (Inghilterra), 28 giugno, 2012
Regista, sceneggiatore, attore, scrittore e pittore. Figlio di immigrati ucraini trasferitisi nella Grande Mela in cerca di fortuna, viene colpito all'età di sette anni dalla poliomielite, che lo renderà disabile per tutta la vita. Dopo gli studi d'arte - è stato allievo di Willem de Kooning e Josef Albers - si diploma alla New York University e alla Parsons School of Design. Frequentatore abituale del Greenwich Village, negli anni '60 si avvicina al cinema sperimentale, al fianco di Maya Deren, influenzato dai film underground di Jack Smith e Ron Rice. Premiato alla Biennale di Venezia con il suo primo cortometraggio "Asleep" (1961), si trasferisce a Londra dove si unisce alla nuova corrente del cinema indipendente britannico (la London Film Maker's Cooperative). Si dedica alla ricerca formale e linguistica ma anche all'esplorazione di tematiche distanti dal cinema mainstream, producendo poi i suoi film in forme assolutamente indipendenti. Il suo lavoro, diviso geograficamente tra New York e Londra, si scinde tra sperimentalismo - interviene sulle varie componenti del film, dall'inquadratura alla voce over, per trovare soluzioni temporali inedite, come in "Dirty" (1965), "Jesus' Blood" (1972), "Laboured Party" (1975), "Just Waiting" (1975 ), "Central Bazaar" (1976) - e cinema narrativo. Ma il 'trait d'union' dell'intera sua opera è l'esplorazione delle forme di voyeurismo e delle relazioni con l'Altro, che la camera di Dwoskin, per lo più fissa, indaga aggiungendo una dimensione tattile alla sua ricerca. Tutti i suoi primi lavori decostruiscono il sistema dello sguardo maschile - "Alone"(1964), "Moment"(1968), "Trixi"(1969), "Times For"(1970) - rappresentando un primo approccio, discusso, agli studi di genere. Influenzato dai surrealisti, negli anni '80 gira film che si permeano di erotismo: "Shadows from Light" (1983), sulla fotografia di Bill Brandt; "Further and Particular" (1988), basato su "Ma mère"di Georges Bataille e il "'Dr Faustroll" di Alfred Jarry. Tra le sue ultime opere - in tutto più di trenta tra cortometraggi e lungometraggi - l'adattamento de "Il sesso di Irene" di Louis Aragon, "Oblivion" (2005), in cui torna alla sua ossessiva ricerca della relazione tra corpo femminile e percezione maschile, che costituisce la summa della sua poetica.