Rossella FalkAntonia Falzacappa
ROMA (Italia), 10 novembre, 1926
ROMA (Italia), 5 maggio, 2013
Attrice. E' stata una delle grandi signore del teatro, ricordata come "la Greta Garbo italiana". Diplomata all'Accademia d'Arte Drammatica diretta da Silvio D'Amico, ha iniziato a lavorare in teatro alla fine degli anni Quaranta divenendo ben presto una delle giovani attrici più acclamate del dopoguerra. Dopo il debutto alla Fenice di Venezia, come figliastra nel pirandelliano "Sei personaggi in cerca d'autore" (1948), è chiamata da Luchino Visconti per recitare nella compagnia di Paolo Stoppa e Rina Morelli al teatro Eliseo di Roma, dove partecipa a spettacoli memorabili come "Un tram che si chiama desiderio" di Tennessee Williams, "Il Seduttore" di Diego Fabbri, "La Locandiera" di Carlo Goldoni, "Le tre sorelle" di Čechov. Tuttavia, la collaborazione con il celebre regista non si rivela del tutto pacifica, tanto che l'attrice abbandona la compagnia per andare al Piccolo Teatro di Milano dove Giorgio Strehler mette in scena "La mascherata" di Alberto Moravia (1954), in cui recita anche il giovane Romolo Valli. L'intesa tra i due attori è così forte che, nello stesso anno, porterà alla fondazione - insieme a Giorgio De Lullo, Anna Maria Guarnieri e Tino Buazzelli - della celebre "Compagnia dei Giovani", finanziata da Remigio Paone e a cui si aggiungono in seguito Elsa Albani e Ferruccio De Ceresa: un sodalizio artistico unico nel teatro italiano, attivo fino agli anni Settanta. Memorabili restano le loro interpretazioni, caratterizzate dalla precisione, fantasia, eleganza e raffinatezza degli allestimenti, diretti da De Lullo, di opere di autori come Luigi Pirandello (tra cui "Sei personaggi in cerca d'autore", "Il giuoco delle parti", "L'amica delle mogli") e Giuseppe Patroni Griffi (che per loro scrisse "D'amore si muore" e "Metti una sera a cena") così come di testi particolarmente moderni per l'epoca come "Gigi" di Colette, "La calunnia" di Lillian Hellman o "La bugiarda" di Diego Fabbri. Dopo lo scioglimento della Compagnia dei Giovani, Rossella Falk continua la sua eccezionale carriera anche da sola o con compagni come Valentina Cortese ("Maria Stuarda" di Schiller), Umberto Orsini ("L'aquila a due teste" di Cocteau, diretto da Gabriele Lavia), Monica Vitti (nella versione femminile di "La strana coppia" di Neil Simon). Tra le sue ultime fatiche: dal 2004 al 2006 la tournée internazionale dello spettacolo "Vissi d'arte, vissi d'amore", un recital incentrato sui ricordi personali, le interviste e gli scritti su Maria Callas; "Sinfonia d'autunno" (2008) di Ingmar Bergman; "Est Ovest" (2009) di Cristina Comencini. Dal 1981 al 1997 è stata, inoltre, direttore artistico del Teatro Eliseo di Roma insieme a Giuseppe Battista e Umberto Orsini. Bellissima, attraente, slanciata ed elegantissima, Rossella Falk ha dato alle sue interpretazioni un tocco di sofisticata personalità e di drammatica verità. Autentica diva del teatro, ha sempre privilegiato la carriera teatrale rispetto a quella cinematografica, di cui si ricordano: il personaggio-coscienza in "8 ½" (1963) di Federico Fellini; l'interpretazione di Erminia, moglie di Alberto Sordi nell'episodio "La famiglia" del film "Made in Italy" (1965, diretto da Nanny Loy); l'apparizione in "Modesty Blaise. La bellissima che uccide" (1966) di Joseph Losey; l'incursione a Hollywood con "Quando muore una stella" (1968) di Robert Aldrich; alcuni film horror, tra cui "La tarantola dal ventre nero" (1971) di Paolo Cavara, "Sette orchidee macchiate di rosso" (1972) di Umberto Lenzi e la sua ultima apparizione sul grande schermo, "Nonhosonno" di Dario Argento (2001). Molto più incisive sono state le sue incursioni alla radio e sul piccolo schermo, soprattutto con gli sceneggiati "Fine d'anno sulle scale" (1964, regia di Daniele D'Anza), con Rossano Brazzi, e "Il segno del comando" (1971, di Flaminio Bollini e Dante Guardamagna per la regia Daniele D'Anza), accanto a Ugo Pagliai e Carla Gravina, o nelle trasposizioni televisive di commedie come "Giovanna di Lorena" (1959, regia di Mario Ferreri), "Affari di stato" (1961, regia di Guglielmo Morandi); "Quel signore che venne a pranzo" (1961, regia di Alessandro Brissoni), "Le donne di buon umore" (1961, regia di De Lullo), "La granduchessa e il cameriere" (1963) e "Tovarich" (1966) - entrambi diretti da Flaminio Bollini -, "Epitaffio per George Dillon" (1971, realizzato da Fulvio Tolusso), "Nostra Dea" (1972, regia di Silverio Blasi), "La porta chiusa (1986, diretto da Edmo Fenoglio). Appassionata di viaggi, parlava correntemente quattro lingue e negli anni strinse amicizie del calibro di Maria Callas, Jean Cocteau e Dirk Bogarde. Si è spenta a Roma, presso l'ospedale San Giovanni, all'età di 86 anni.