Paulo Branco
LISBONA (Portogallo), 3 giugno, 1950
Produttore. E' uno dei massimi artefici della rinascita del cinema portoghese dopo la "rivoluzione dei garofani" che nel 1974 ha posto fine alla dittatura Caetano. Entra nel mondo del cinema come attore, ma si dedica ben presto ad altro. Fondatore della Madragoa Filmes, della Gemini Films e della Spider Pictures, dal 1979 ha prodotto centinaia di film non solo in Portogallo ma anche in Francia, Germania e Gran Bretagna, collaborando con alcuni tra i più grandi registi. Su tutti, di particolare rilievo è il sodalizio con Manoel de Oliveira da cui sono nati film come "Amore di perdizione" (1979), "Francisca" (1981, rivelazione della Mostra di Venezia di quell'anno), "Le soulier de satin" (1985, Leone d'Oro speciale a Venezia), "I cannibali" (1988), "La Divina Commedia" (1991, Gran Premio Speciale della Giuria a Venezia), "La valle del peccato" (1993, Menzione Speciale a Cannes), "I misteri del convento" (1995), "Viaggio all'inizio del mondo (1997, Premio FIPRESCI e Menzione Speciale della Giuria Ecumenica a Venezia)", "La lettera" (1999, Premio Speciale della Giuria a Cannes), "Parole e utopia" (2000), "Ritorno a casa" (2001), "Il principio dell'incertezza" (2002), "Un film parlato" (2002, Premio SIGNIS a Venezia), "Il quinto impero" (2004). Tra i registi portoghesi con cui ha lavorato sono da ricordare anche João Botelho, João César Monteiro e Pedro Costa, mentre le collaborazioni internazionali degne di nota sono soprattutto quelle con Raoul Ruiz, Olivier Assayas, Cédric Khan, André Téchiné, Andrzej Zulawski, Peter Handke, Werner Schroeter, Chantal Akerman, Alain Tanner, Robert Kramer e Wim Wenders per cui ha prodotto "Lo stato delle cose" (1982, Leone d'Oro a Venezia), "Lisbon Story" (1994) e "Fino alla fine del mondo" (1991). Nel 2006 fa parte della giuria della 63ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.