Marina Malfatti
FIRENZE (Italia), 25 aprile, 1940
ROMA (Italia), 8 giugno, 2016
Attrice. Interprete dalle mille sfaccettature, attiva nei diversi ambiti dello spettacolo tra teatro, cinema e televisione. Sul grande schermo è stata diretta da registi importanti come i fratelli Taviani ("Un uomo da bruciare", 1962; "I fuorilegge del matrimonio", 1963) e Francesco Rosi ("C'era una volta", 1967), anche se purtroppo è stata più spesso impiegata in ruoli 'scollacciati' o molto convenzionali, in gialli e commedie di genere pseudo-brillante che non ne hanno messo in mostra le reali doti attoriali. Doti maturate grazie agli studi effettuati prima in Francia (i corsi di recitazione di René Simon a Parigi) e poi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove si diploma nel 1958. Molto più soddisfacente è stata la sua carriera teatrale, dove ha debuttato alla fine degli anni Cinquanta. E' il palcoscenico, infatti, che le fa ottenere importanti consensi di pubblico e critica e che la vede recitare insieme a celebri partner e diretta da registi competenti sia nel repertorio classico (Goldoni, Pirandello, D' Annunzio) sia in quello moderno, dimostrando una elevata duttilità. Per lei, inoltre, nel 1986 Alberto Moravia scrive la commedia teatrale "La Cintura". Importanti soddisfazioni le vengono regalate anche dal piccolo schermo, che le vale una meritatissima popolarità fin dagli anni Sessanta - "Un cuore onesto" (1964,da Turgheniev) diretto da Giacomo Colli; l'episodio "L'ombra cinese" (1966), della serie "Le nuove inchieste del commissario Maigret" diretta da Mario Landi; "Amori senza amore" (1968, della serie "Il mondo di Pirandello"), diretto da Luigi Filippo D'Amico; "L'ultimo dei Baskerville" (1968, della serie "Sherlock Holmes"), per la regia di Guglielmo Morandi; "Dal tuo al mio" (1969, diretta sempre da Landi), per cui riceve il Premio Verga. Negli anni Settanta abbandona il cinema per dedicarsi più intensamente all'attività televisiva, che le offre maggiori opportunità di dar prova del suo talento e che trova la sua massima espressione con l'inquietante interpretazione, piena di sfumature e di ombre, data al personaggio della marchesina Marina nella miniserie "Malombra" (1974) scritta da Diego Fabbri (partendo dal romanzo di Antonio Fogazzaro) e diretta da Raffaele Meloni. Tra le altre interpretazioni in TV figurano anche: "Eva" (di Raffaele Meloni), "Doppio gioco" (di Anton Giulio Majano), "Il seduttore" (testo di Diego fabbri, regia di Flaminio Bollini), "La macchina da scrivere" (di Jean Cocteau, regia di Mario Landi) - tutti del 1971 -, "Il maggiore Barbara" (1975, di George Bernard Shaw e regia di Maurizio Scaparro), "Il Fauno di marmo" di Silverio Blasi, "L'ultimo aereo per Venezia" di Daniele D'Anza (entrambi del 1977), "Il prigioniero" (1978, di Aldo Lado), l'episodio "I sosia" (atto unico di Ray Bradbury) della serie "Racconti di fantascienza" (1979, regia di Alessandro Blasetti). Fatta eccezione per i titoli "Anna Kuliscioff" (1981, regia di Roberto Guicciardini), "Teresa Raquin" (1985, regia di Giancarlo Cobelli), "Silvia è sola" (1988, regia di Silvio Maestranzi), "La signora Morlì, una e due" (1991, tratto dalla commedia di Pirandello e diretto da Gianni Serra), "Un posto freddo in fondo al cuore" (1992, di Sauro Scavolini) e "A rischio d'amore" (1996, di Vittorio Nevano), dagli anni Ottanta Marina Malfatti si dedica esclusivamente alla carriera teatrale - importante è il sodalizio artistico con Luigi Squarzina -, e tra le sue ultime fatiche, negli anni Duemila, figurano le applauditissime produzioni teatrali "Sorelle Materassi" di Aldo Palazzeschi, a fianco di Simona Marchini e diretta da Maurizio Nichetti, e l'adattamento del libro di Susanna Tamaro "Va' dove ti porta il cuore" per la regia di Emanuela Giordano. Sebbene le sue biografie ufficiali riportino come anno di nascita il 1940, l'attrice è nata nel 1933. Muore infatti all'età di 83 anni, ormai da molto tempo lontana dalle scene e dalla vita pubblica. E' stata sposata con l'ambasciatore Umberto La Rocca.