Luis Sepúlveda
OVALLE (Cile), 4 ottobre, 1949
OVIEDO (Spagna), 16 aprile, 2020
Scrittore. La sua vita di fuggitivo inizia dalla nascita, e le sue origini segnano inevitabilmente il suo destino. Suo nonno, Gerardo Sepùlveda Tapìa (conosciuto col nome di battaglia Ricardo Blanco), è un anarchico andaluso costretto a fuggire in Sud America perché condannato a morte e anche qui non ha vita facile a causa delle sue convinzioni politiche. Stessa sorte tocca al padre, dissidente politico, denunciato dal ricco suocero e costretto a fuggire con la giovane moglie incinta. Ed è proprio durante questa fuga, in una camera d'albergo, che nasce il piccolo Luis. Cresce con i nonni e lo zio Pepe, anche lui anarchico, a Valparaìso dove il nonno ha fondato una università popolare. E sempre grazie al nonno e ai suoi amici Luis inizia ad appassionarsi ai romanzi d'avventura come quelli di Salgari, Conrad, Verne e Melville. Frequenta l'Instituto Nacional dove inizia a scrivere storie a sfondo erotico che vende ai suoi compagni di scuola. In seguito scrive poesie e racconti sul giornalino dell'Istituto. Nel 1964 si unisce alla Gioventù comunista cilena e i suoi racconti vengono letti durante le riunioni sindacali e le manifestazioni. A diciassette anni va a lavorare come redattore al quotidiano di sinistra 'Clarìn' e in seguito passa alla radio. Nel 1969, appena ventenne, vince il premio Casa de Las Americas con il suo primo libro di racconti "Crònicas de Pedro Nadie" e vince una borsa di studio per seguire i corsi di drammaturgia all'Università Lomonosov di Mosca. L'esperienza moscovita dura solo quattro mesi poiché viene espulso per 'atteggiamenti contrari alla morale proletaria' (è sorpreso a letto con la professoressa di letteratura slava, moglie del decano dell'Istituto di ricerche marxiste). Anche in patria le cose non si mettono per il verso giusto, viene espulso dalla Gioventù comunista e se ne va di casa, visti i forti contrasti con il padre. Si arruola nell'Ejército de Liberaciòn Nacional e parte come combattente per la Bolivia. In seguito, tornato in patria e diplomato regista teatrale, si dedica al teatro e alla radio, continua a scrivere racconti, diventa responsabile di una cooperativa agricola, entra a far parte della struttura militare del Partito socialista e della guardia personale di Allende. Nel 1973 il generale Pinochet attua il colpo di stato e Sepùlveda viene arrestato e portato alla caserma di Tucapel, dove per sette mesi viene interrogato, torturato e rinchiuso in un vano largo cinquanta centimetri, lungo un metro e mezzo e così basso da non potersi mai alzare in piedi. Nel 1976, grazie all'intervento di Amnesty International gli vengono concessi gli arresti domiciliari, torna a Valparaìso e ricomincia ad allestire spettacoli contro la dittatura. Catturato nuovamente viene condannato all'ergastolo per 'alto tradimento, spionaggio a favore dell'Urss, offesa ai valori della nazione, associazione illecita e detenzione d'armi'. Ancora una volta grazie ad Amnesty International e grazie ad una legge che permette di commutare la pena dell'ergastolo in esilio, nel 1977 viene accompagnato all'aeroporto di Santiago con un visto per la Svezia e un posto da professore di drammaturgia all'Università di Uppsala. Durante lo scalo a Buenos Aires decide di non lasciare il Sud America e inizia un pellegrinaggio per i vari stati latino-americani che termina in Ecuador. Per sette mesi vive nella foresta amazzonica con la tribù degli indios shuar e da quest'esperienza nasce uno dei suoi libri di maggior successo "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore". Nel 1979 va in Nicaragua, entra nella Brigata Simon Bolìvar, prende la cittadinanza nicaraguense e lavora nella redazione del quotidiano 'Barricada'. Anche qui le cose dopo un po' si mettono male, viene iscritto nella lista nera dei 'deviazionisti anarchico-trotzkisti', è costretto a lasciare il paese e dopo una breve sosta in Ecuador vola verso l'Europa e si trasferisce ad Amburgo. Dopo un paio d'anni passati tranquillamente a scrivere, incontra i membri di Greenpeace e per quattro anni gira il mondo a seguito delle loro imprese. Scrittore pluripremiato, nel corso degli anni '90 ha dato alle stampe "Il mondo alla fine del mondo", "Un nome da torero", "Patagonia Express", "La frontiera scomparsa", "Incontro d'amore in un paese di guerra", "Diario di un killer sentimentale", "Jacarè", "Racconti senza patria" e "Le rose di Atacana". Ha scritto anche numerosi racconti per bambini e il libro "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", da cui è stato tratto il film d'animazione "La gabbianella e il gatto" (1998) diretto da Enzo D'Alò. Nel 1999 ha scritto la sceneggiatura del film diretto da Miguel Littin "Terra del fuoco", nel 2000 è apparso nel film "Bibo per sempre" di Enrico Coletti con Teo Teocoli e nel 2001 ha esordito dietro la macchina da presa con "Nowhere".