Lino Micciché

Critico, storico del cinema, regista e sceneggiatore. Inizia l'attività di critico a venti anni, quando è ancora all'Università e ricopre la carica di responsabile nazionale dei Centri Universitari Cinematografici. Qualche anno dopo intraprende la carriera di regista di documentari di stampo neorealista. Nel 1962 firma, con Lino Del Frà e Cecilia Mangini, "All'armi siam fascisti", definito dalla critica "uno dei più bei film di montaggio del cinema italiano". Abbandonata la macchina da presa si dedica alla critica e allo studio del cinema. Per oltre trent'anni cura la rubrica di critica cinematografica su "L'Avanti!", organo del Partito Socialista Italiano. La collaborazione cesserà nel 1989, quando, per dissensi politici, si dimette dal partito. Nel 1965 fonda la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro che dirige fino al 1988. Dal 1966 al 1968, è consigliere di amministrazione dell'Italnoleggio e, dal 1971 al 1973, dell'Ente Autonomo di Gestione per il Cinema. Conclusa questa esperienza, inizia ad insegnare storia e critica del cinema all'Università di Trieste, prima di passare a quella di Siena e infine a Roma Tre, dove crea e dirige per alcuni anni il DAMS. Parallelamente all'attività d'insegnamento, intensifica la pubblicazione di libri iniziata nel 1971 con "Morte a Venezia" di Luchino Visconti. Ne scrive complessivamente una quarantina fra i quali studi su Visconti, Pasolini, sul neorealismo e sul cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta. Ricopre, per breve tempo, la carica di presidente della Biennale di Venezia. Fra gli anni Ottanta e i primi anni Novanta è il presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e della Fipresci (la Federazione internazionale della stampa cinematografica) e, dal 1998 al 2002, della Scuola Nazionale di Cinema. Muore a 70 anni in un ospedale di Roma dove era ricoverato da tempo.