Kon IchikawaUji Yamada
MIE (Giappone), 20 novembre, 1915
TOKYO (Giappone), 13 febbraio, 2008
Formatosi nel cinema d'animazione, Kon Ichikawa - uno dei leggendari registi giapponesi insieme ad Akira Kurosawa, Kenji Mizoguchi, Yasujiro Ozu e Keisuke Miyashita - ha esordito nella regia con commedie sofisticate girate nello stile del regista americano Frank Capra, tanto da essere ribattezzato 'il Capra nipponico', ottenendo un notevole successo di pubblico con film come "365 notti" (1949), "La donna che toccava le gambe" (1952) e soprattutto "Il signor Pu" (1953). Fin dagli esordi ha dimostrato una spiccata versatilità e facilità narrativa combinata a una verve ironica, all'eclettismo nella scelta dei soggetti (molti dei quali ispirati da opere letterarie) e alla capacità di realizzarli mantenendo un linguaggio e uno stile originale e distintivo. In Occidente fu scoperto nella seconda metà degli anni cinquanta grazie ai suoi film antimilitaristi che ritraevano il dramma della guerra in affreschi carichi di tensione, cupi ed angosciosi come "L'arpa birmana" (1956) e "Fuochi nella pianura" (1959). "L'arpa birmana" (tratto da un romanzo di Michio Takeyama del 1950 e realizzato dopo un laborioso lavoro di sceneggiatura ad opera di Natto Wada, moglie del regista) ricerca negli orrori della guerra il vero significato e la dignità della vita umana. Quando fu presentato alla Mostra di Venezia, il pubblico pensò di avere a che fare con l'opera di un 'discreto mestierante' ma, come scrissero le cronache dell'epoca, si trovò invece di fronte a un capolavoro - anche se la giuria presieduta da Luchino Visconti decise di non assegnare al film il Leone d'oro per contrasti tra i componenti - raccolse lo stesso la maggioranza dei consensi e si portò a casa una menzione d'onore dell'OCIC e il Premio San Giorgio. In "Fuochi nella pianura", il regista riprese il tema della guerra, ma con immagini ancora più crude e violente, ottenendo la Vela d'oro al Festival di Locarno del 1961. Passioni potenti e ossessive furono al centro della sua produzione degli anni cinquanta e sessanta: la sciagura della guerra e il cannibalismo; la rivolta violenta e distruttiva in "Conflagrazione" (1958), film presentato a Venezia; l'ossessione erotica, svolta in maniera molto sottile e raffinata, in "La chiave" (1959, tratto dallo stesso romanzo di Junichiro Tanizaki che ha ispirato anche l'omonimo film di Tinto Brass del 1983), che fu la prima pellicola girata a colori da Ichikawa e conquistò il premio della giuria al Festival di Cannes del 1960; l'agonismo in "Le Olimpiadi di Tokio" (1965), un documentario considerato da molti critici una testimonianza altamente poetica dell'evento, pari a quella che rese famosa la regista tedesca Leni Riefenstahl in occasione dei giochi olimpici di Berlino del 1936. Tra le opere degli anni sessanta sono da ricordare anche "Il fratello minore" (1960, menzione speciale della giuria tecnica al Festival di Cannes), "Ho due anni" (1962), "La vendetta di Yukinojo" e "Solo sull'Oceano Pacifico" (1964). Nel 1967, dopo aver visto Topo Gigio alla televisione giapponese e ricordandosi delle sue origini di animatore, si mise in contatto con Maria Perego, creatrice del pupazzo, ed elaborò il dramma morale "Topo Gigio e la guerra del missile", in cui il simpatico topo deve sottrarre la bomba atomica a un gruppo di criminali. Numerosa e varia anche la sua produzione degli anni settanta con il western storico "Gli errabondi", con "Io sono un gatto" (1975), "Tra le mogli e le donne" e "La famiglia Inugami" (1976), "La canzone per giocare a palla del diavolo" e "L'isola degli orrori" (1977), "L'ape regina" (1978), "L'uccello di fuoco", "La casa dell'impiccato di Byon zaka" (1979) e "Neve sottile" (1983). Nel 1985 realizzò anche un remake a colori del suo capolavoro "L'arpa birmana". Il premio speciale alla carriera nel 2000 gli è stato assegnato alla 50ma Berlinale e l'anno seguente al Festival internazionale di Montreal. Ricoverato a fine gennaio in un ospedale di Tokyo, il cineasta è deceduto all'età di 92 anni in seguito alle complicazioni di una polmonite.