Joaquim Pedro de Andrade
Rio de Janeiro (Brasile), 25 maggio, 1932
Rio de Janeiro (Brasile), 10 settembre, 1988
Regista. E' considerato uno dei padri del cosiddetto "Cinema Novo" che a metà degli anni Sessanta, ricchi ovunque di elementi di contestazione e rinnovamento, cambia totalmente la cinematografia del Brasile. La sua opera, film di fiction e anche documentari, è caratterizzata dall'essere a metà tra la realtà e la metafora. Il padre, Rodrigo Melo Franco de Andrade è il fondatore dell'Istituto del Patrimonio Storico ed Artistico Nazionale per cui Joaquim trascorre l'infanzia a Rio e a Minas Gerais, accanto agli intellettuali più importanti del suo tempo. Per lui Manuel Bandiera non è il poeta più insigne del suo paese, ma il suo padrino di cresima. A diciotto anni, nel 1950, si iscrive alla Facoltà di Filosofia a Rio per studiare Fisica e inizia a frequentare il cineclub CEC, Centro di Studi Cinematografici, ideato da Saulo Pereira de Melo e Mário Haroldo Martins. Riceve l'"imprintig"di Plínio Sussekind Rocha, suo professore di Meccanica Analitica, teorico e appassionato di cinema muto, fondatore nel 1928 del "Chaplin Club", che gli fa vedere non solo le sue prime opere ma anche i film di Eisenstein e di Pudovkin. Con i suoi amici Paulo César Saraceni, Leon Hirszman, Carlos Sussekind, assiste alle retrospettive del cinema classico e conosce il neorealismo, la Nouvelle Vague, Orson Welles e i western americani. Scrive di cinema su una rivista universitaria, fa i primi esperimenti amatoriali di regia, conosce e si innamora di Sarah de Castro Barbosa che sposerà più tardi. Recita nel film "Les Thibault" di Saulo Pereira de Melo ma l'esperienza lo convince che la recitazione non fa per lui. Lavora poi come assistente alla regia nel cortometraggio "Caminhos" dell'amico Paulo César Saraceni. Gira una fiction di tre minuti in 16 mm. "O Mendigo e a Pintura" il cui protagonista è Saulo Pereira de Melo. Poiché come figlio di uno scrittore ha lui stesso l'aspirazione a diventare scrittore, nel 1956 scrive un poema e pubblica un articolo sul "Correio da Manhã". Intanto si laurea in Fisica ed è ammesso al settore di Medicina Nucleare dell'Ospedale dei Servitore, a Praça Mauá. Diventa poi funzionario dell'Istituto di Biofisica ma l'anno dopo decide di abbandonare tutto per dedicarsi al cinema. Passa attraverso varie esperienze, aiuto regista nel film "Rebelião em Vila Rica, il restauro di "Os Passos da Paixão, di Aleijadinho, scrive un racconto senza titolo e il poema "Dialogo de incontro". Diventa socio di una società di produzione pubblicitaria per ricavare fondi da investire in un film suo. Scrive il testo del documentario istituzionale "A Petrobas Forma Seu Pesso al Técnico" durante un periodo da lui ritenuto terribile, che però gli permette di filmare il suo primo cortometraggio, finanziato dall'Istituto Nazionale del Libro, "O Poeta do Castelo e o Mestre de Apipucos" sulla vita privata del poeta Manuel Bandiera e dello scrittore-sociologo Gilberto Freire. Produce anche "Arraial do Cabo", che è considerato il primo film del "Cinema Novo", diretto da César Saraceni e Mário Carneiro. Grazie al suo curriculum, nel 1960 vince una borsa di studio del governo francese per frequentare l'Institut des Hautes Études Cinématographiques, IDHEC. A Parigi Joaquim Pedro si immerge totalmente nello studio, per sette mesi all'IDHEC, fa uno stage di cinque mesi sulla direzione degli attori al Thèatre National Populaire, frequenta assiduamente la Cinémathèque Française, studia filmologia alla Sorbona, conosce Jean Rouche e il cinema-verità. Nel 1962 con una Borsa della Fondazione Rockfeller, studia per otto mesi alla Slade School of Fine Arts a New York e fa come saggio finale un documentario, di cui purtroppo si è persa ogni traccia, sul lavoro di una ballerina. Continua poi uno stage, che considera eccezionale, con i due fratelli Albert e David Maysles, operatori del gruppo di Richard Leacock, che hanno dato vita negli USA al documentario cosiddetto di cinema-verità. Tra l'altro si sposa per procura con Sarah de Castro Barbosa. Nel 1963 è chiamato a dirigere "Garrincha, Alegria do Povo", su un'idea di Luís Carlo Barreto. Il film, le cui riprese durano otto mesi, costa otto milioni di Cruzeiros, viene presentato alla Maison de France a Rio alla presenza di grandi personalità ed è invitato al Festival di Berlino dove viene molto apprezzato da cineasti importanti come Drew e Leacock. Nello stesso anno Joaquim Pedro viene chiamato a Mosca a dirigere un seminario sul cinema-verità. L'anno seguente scrive la sceneggiatura di "O Padre e a Moça" basato sul testo omonimo di Carlos Drummond de Andrade e il 19 settembre diventa padre di Alice. Nel 1965 inizia le riprese del film che viene distribuito dalla 'Di film', una società da lui fondata insieme ad altri 10 soci, tutti registi del Cinema Novo: Walter Lima jr., César Saraceni, Glauber Rocha, Cacá Diegues, Zelito Viana, Luís Carlo Barreto, Leon Hirszman, Roberto e Rivanides Faria e Marcos Faria. Intanto durante una manifestazione contro la dittatura viene arrestato e poi liberato insieme ad altri amici cineasti. Quando nel 1966 il film "O Padre e a Moça" esce nelle sale, viene attaccato dai i critici conservatori. L'anno successivo inizia a scrivere l'adattamento cinematografico del libro "Macunaíma (un eroe senza carattere)" di Mário de Andrade ed è invitato dall'Olivetti a dirigere un documentario sulla costruzione della città di Brasília. Ma il suo lavoro, scritto insieme a Luís Saia e Jean-Claude Bernardet, dal titolo "Brasília: Contradição de uma Cidade Nova viene protestato dalla Olivetti e viene mostrato solo clandestinamente al Festival di Brasília. La televisione tedesca ZDF lo invita a girare un documentario sul Cinema Novo che ha anche una versione brasiliana. La mattina del 20 marzo 1969 viene arrestato ma lo stesso giorno al festival Internacional do Filme, FIF, Claude Lelouch in conferenza stampa dichiara che, vista la forzata assenza di Joaquim Pedro, non farà presentare il suo film "La vie, l'amour, la mort" (1968) e il cineasta viene liberato la stessa sera. L'anno seguente la censura chiede ben 16 tagli al suo film "Macunaíma" ma dopo lunghi negoziati ne impone solo tre e il film, premiato al Festival di Mar de la Plata, in Argentina, ha gran successo di pubblico in patria ed è apprezzato nel 1970 alla Mostra di Venezia dove due anni dopo viene premiato il suo "Os Inconfidentes", uno di sei film prodotti dalla Rai per la serie "L'America Latina vista dai suoi registi". Joaquim Pedro, un regista capace di passare dal documentario politico al film erotico, ormai è universalmente riconosciuto e, sempre in lotta con la dittatura del suo paese e con la censura politica, ha grande successo nei festival internazionali. Nel 1984 ha l'onore di vedere programmate sue retrospettive contemporaneamente in tre capitali europee: Parigi, Rotterdam e Madrid. Intanto la sua vita familiare ha subito vari cambiamenti. Terminato il suo primo matrimonio, il 12 gennaio 1977 l'attrice Cristina Aché lo rende padre prima di un maschietto, Antonio Francisco Aché de Andrade e il 13 luglio 1979 di una seconda figlia, Maria Graciema Aché de Andrade. Quando pone fine anche il suo secondo matrimonio, nel 1986 sposa Ana Maria Galano, una sceneggiatrice. La sua attività di autore e produttore e grande viaggiatore continua molto intensa anche quando inizia la chemioterapia dopo che nel mese di aprile del 1988 gli viene diagnosticato un cancro polmonare. Collabora alla sceneggiatura di "Dente por Dente" di sua figlia Alice de Andrade e scrive il trattamento del film in progetto "O Defunto" basato sul testo di Pedro Nava. Muore il 10 settembre. Sul suo comodino c'è sempre il libro "Mio padre" di Jean Renoir, il regista figlio del pittore Auguste.