Jacques TatiJacques Tatischeff
LE PECQ, Yvelines (Francia), 9 ottobre, 1907
PARIGI (Francia), 4 novembre, 1982
Regista, sceneggiatore, attore. Nipote dell' ambasciatore dello zar in Russia, restauratore di quadri mancato e giocatore professionista di rugby, Tati è stato un anarchico convinto, un regista eccentrico e uno dei più grandi clown della storia del cinema. Già dagli anni Trenta è attivo come mimo e acrobata del vaudeville e durante l'Occupazione scrive sceneggiature e recita in film diretti da altri, tra cui Claude Autant-Lara. Gira poi il cortometraggio comico "La scuola dei portalettere" (1947), che, riproposto in versione lungometraggio con il titolo "Giorno di festa" (1949), premio internazionale di sceneggiatura alla mostra di Venezia, sarà il suo vero e proprio esordio alla regia e imporrà all'attenzione del grande pubblico e dei produttori la prima delle sue originali maschere dalla 'comicità stralunata': quella del postino François. Passa poi all'indimenticabile interpretazione del dinoccolato e 'magrittiano' Monsieur Hulot nei quattro film successivi, a partire da "Le vacanze di Monsieur Hulot" (1953). Si tratta di opere sperimentali nella struttura narrativa e nell'uso del sonoro, commenti satirici sui riti della vita moderna: le vacanze, il lavoro, la casa, il viaggio. Il nonsense della vita quotidiana trapela dal vorticoso susseguirsi di gag comiche, mai portate alle estreme conseguenze, diversamente dalla 'slapstick comedy'. Un accumulo di eventi minimi, solitamente ripresi in campi lunghi, in cui l'attenzione dello spettatore è guidata da effetti sonori che irrompono sulla scena, quasi priva di dialoghi. Nella Parigi moderna e meccanizzata di "Mio zio" (1958), che si aggiudica il premio speciale della giuria a Cannes e l'Oscar come miglior film straniero nel 1959, l'impacciato Hulot diventa l'incarnazione poetica del 'bel tempo andato'. Il personaggio abbandona poi il centro dell'azione, lasciando spazio alla coralità e moltiplicandosi allo stesso tempo in una serie di falsi Hulot, nel successivo "Play Time" (1967), film geniale , ma irrisolto a causa del fallimento della società produttrice. Lo stesso Tati è coinvolto nella bancarotta e, costretto ad ipotecare la casa, girerà l'apologo antitecnologico "Monsieur Hulot nel caos del traffico" (1971) in tempi e con spese ridotti, senza raggiungere il risultato dei film precedenti. Segue "Parade" (1974), uno spettacolo di circo e cabaret realizzato in video per la televisione svedese e poi trasferito su pellicola. Nello stesso anno, ancora assediato dai debiti contratti con "Play Tame ", i suoi film vengono venduti all'asta ad una cifra irrisoria. Prima di morire stava progettando un'altra opera sul suo celebre personaggio, che questa volta avrebbe dovuto lavorare in televisione e morire durante una diretta. Vita reale e cinema ancora una volta si compenetrano.