Giulio Questi
Noto anche come: Elio Montesti
BERGAMO (Italia), 18 marzo, 1924
ROMA (Italia ), 2 dicembre, 2014
Regista, sceneggiatore, attore cinematografico e scrittore. Dopo l'esperienza come partigiano sulle montagne della Lombardia, inizia a scrivere racconti per alcune riviste letterarie e, nella seconda metà degli anni Cinquanta, entra nel mondo del cinema: gira cortometraggi ("Giocare" del 1957 gli vale il Nastro d'argento per il miglior cortometraggio) e documentari, è aiuto regista per vari autori tra cui Zurlini e Rosi e figura come attore in "La dolce vita" (1960) di Federico Fellini. L'esordio nella regia cinematografica avviene all'inizio degli anni Sessanta. Nel 1961 dirige l'episodio "Viaggio di nozze" del film "Le italiane e l'amore"; nel 1962 collabora al «mondo movie» "Universo di notte" realizzato con materiali d'archivio volutamente scioccanti e provocatori; nel 1963 firma insieme a Elio Petri e Giuliano Montaldo - sottolo pseudonimo Elio Montesti - "Nudi per vivere" (che viene però sequestrato dalla censura e mai più distribuito) e nel 1964 l'episodio "Il passo" per il film "Amori pericolosi". Nel 1967 gira il suo primo lungometraggio: "Se sei vivo spara". Spaghetti western atipico e violento con Tomas Milian, viene anche questo sequestrato a causa della violenza esplicita. Ampiamente rimaneggiato, il film è poi riproposto nel 1975 con il titolo "Oro Hondo" e con il passare degli anni diviene un vero e proprio 'cult' tanto da essere omaggiato con una citazione da parte di Quentin Tarantino nel suo "Kill Bill Vol. 2". Del 1968 è "La morte ha fatto l'uovo", un giallo interpretato da Gina Lollobrigida e Jean-Louis Trintignant che all'epoca si rivela un insuccesso, e del 1972 "Arcana", capolavoro surrealista che incontra però nuovi problemi nella distribuzione. Ritiratosi dal cinema, negli anni Settanta e Ottanta, si dedica alla regia televisiva dirigendo fra gli altri "L'uomo della sabbia" (1975), "Vampirismus" (1982) e "Il segno del comando" (1989, remake dell'omonimo sceneggiato del 1971). Tra il 2003 e il 2007 realizza poi in totale autonomia una serie di sette cortometraggi sperimentali (poi riuniti nel 2008 nella raccolta "By Giulio Questi") che lo vedono come unico protagonista, oltre che regista, sceneggiatore e montatore. Nel 2014 viene pubblicata la sua raccolta di racconti "Uomini e comandanti", che gli vale il Premio Chiara. Pochi giorni prima della sua morte, avvenuta all'età di 90 anni, aveva partecipato al 32° Torino Film Festival che, insieme alla Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia, gli aveva dedicato una retrospettiva.