Gioacchino Angelo
PALERMO (Italia), 9 agosto, 1899
ROMA (Italia), 14 ottobre, 1971
Compositore e direttore d'orchestra. Compie il suo apprendistato al Conservatorio di musica Vincenzo Bellini, studiando pianoforte e poi violino. Si dedica poi alla composizione con Felice Longo e con Francesco Cilea, che era approdato a Palermo come direttore del Conservatorio. A soli vent'anni Pietro Mascagni lo sceglie come collaboratore al Teatro Massimo, esperienza grazie alla quale Angelo decide di trasferirsi a Roma dove conosce Riccardo Zandonai e Umberto Giordano, che gli affida l'orchestrazione delle musiche dei film "Fedora" e "Una notte dopo l'opera". Grazie a questi film si aprono per lui le porte del mondo del cinema dove l'avvento del sonoro ha reso necesario doppiare tutti i film provenienti dall'America non solo nel parlato ma anche nelle musiche. Spesso, per assecondare il gusto del pubblico italiano e mantenere 'l'italianità' dell'arte, si deve comporre una colonna sonora del tutto nuova con un lavoro frenetico del compositore che deve vedere una pellicola e di riscriverne le musiche nel giro di pochissimi giorni. Sorretto da un solido mestiere, Gioacchino Angelo resiste a questi ritmi incalzanti, musicando oltre trecento film. Il suo nome spesso non figura, ma fra i vari titoli ve ne sono alcuni che hanno fatto la storia del cinema americano: nel 1937 "Uragano" e "Il prigioniero di Zenda", nel 1938 "Pigmalione" e "Uno scozzese alla corte del Gran Kan" e "Ombre Rosse" nel 1939. L'impegno nel mondo del cinema non gli impedisce in ogni caso di comporre anche musica sinfonica ed operistica, quest'ultima in collaborazione con l'amico poeta e librettista napoletano Giuseppe Garofalo. Molti dei suoi lavori sinfonici sono conservati negli archivi dell'EIAR, la vecchia RAI, che gliene commissiona più d'uno per trasmetterli. Otto sono invece le opere teatrali: "Silvia", "Il dono del sole", "Fiamme barbariche", "Mitsuoko", "L'Avvoltoio", "La Boccaccesca", opera comica tratta da una novella del Decamerone, e "Frate Sole". Angelo uomo sensibile e colto, oltre a comporre musica, scrive alcune novelle, e il libretto di alcune commedie e riviste musicali da lui composte quali "Una testolina sventata", "A Viareggio per dimenticare", "No, basta con gli affari", "La presunta attrice", "Il Gelsomino di Celestino", "Le professioni inutili". Inoltre compone la musica per altre commedie tra cui "L'ajo nell'imbarazzo", vecchio titolo donizzettiano, commissionatagli dalla RAI e radiotrasmessa sotto la sua direzione. Seguono "Le astuzie di Morgantina", "Nuda più di Eva"e la "Bisbetica sognata". Compone anche una messa a due voci maschili e molte canzoni napoletane, testimonianza del suo amore per la città di Napoli e della forte amicizia che lo lega al suo collaboratore, amico e poeta napoletano, Giuseppe Garofalo.
Angelo, appassionato cultore di Wagner - difficile non esserlo per un musicista nato nella Palermo di fine secolo - ripropose nei suoi lavori teatrali la tecnica del Leitmotiv, sviluppando un tema per ogni personaggio sino a creare una ricca tessitura armonica. Ed è così che le critiche del tempo riferiscono di "una musica moderna ma, anche e soprattutto, dotata di un respiro melodico, ampio e sicuro che dimostra in Gioacchino Angelo fecondità creativa non comune affiancate da esperienza tecnica e un autentico sentimento latino e mediterraneo. Musica melodica secondo la migliore tradizione italiana", quella tradizione al cui culto l'aveva avviato Francesco Cilea.
Muore a Roma nel 1971.