Emad Burnat
(Palestina)
Regista, produttore e direttore della fotografia. Nel 2005 documenta la costruzione della barriera di separazione israeliana nel villaggio di Bil'in, in Cisgiordania. Riprende soprattutto le esigenze degli abitanti - che lottano per salvaguardare la loro terra, le risorse e la loro libertà - e le richieste degli attivisti per la pace che considerano questo 'muro' come un vero e proprio attentato ai diritti umani. Il suo filmato viene messo su youtube per diffondere gli avvenimenti che accadono nel territorio palestinese. Con il crescere dell'interesse mediatico riguardo al 'muro' di Bil'in, il filmato di Emad ottiene un riconoscimento internazionale e viene usato dalle agenzie giornalistiche locali e internazionali. Comincia così a lavorare come fotografo freelance per Reuters e a fornire filmati ad altri autori per creare importanti documentari, riguardanti le lotte tra gli abitanti dei villaggi, come "Bil'in Habibti" (2006) di Shai Carmeli-Pollak e "Zramim Ktu'im" (2010) di Guy Davidi e Alexandre Goetschmann. Nel 2009 la Greenhouse gli propone la realizzazione di un documentario incentrato sul movimento pacifista, ma soprattutto su Bassem Abu-Rahme, il ragazzo ucciso a Bil'in durante una manifestazione. Dopo non poche difficoltà, riesce a incontrare il regista israeliano Guy Davidi con il quale, nel 2011 dirige il documentario "5 Broken Cameras", sulla resistenza pacifista degli abitanti di Bil'in. Vincitore del Jerusalem Film Festival e del Pusan International Film Festival 2012, il film è candidato agli Oscar 2013 come Miglior Documentario.