Elia KazanElias Kazanjoglou
ISTANBUL (Turchia), 7 settembre, 1909
NEW YORK (USA), 28 settembre, 2003
Regista. A soli quattro anni si trasferisce con la famiglia (di origine greca) negli Stati Uniti, a New York, dove il padre inizia un commercio di tappeti. Dopo essersi diplomato al Williams College e aver frequentato la Yale Drama School, nel 1932 si unisce alla compagnia teatrale di avanguardia 'Group Theatre' di New York. Grazie a questa esperienza viene a conoscenza dei vari aspetti che riguardano la rappresentazione teatrale ma soprattutto la tecnica della recitazione naturale attraverso il metodo Stanislavskij. Del gruppo fanno parte anche Robert Lewis e Cheryl Crawford insieme ai quali fonda, nel 1947, l'Actors' Studio di New York e Lee Strasberg che, sebbene coinvolto nel progetto della scuola, inizia a insegnarvi nel 1949 e ne diventa direttore artistico nel 1951. Acclamato regista teatrale, gli vengono assegnati tre Tony Award per la regia: nel 1947 per "All My Sons", nel 1949 per "Morte di un commesso viaggiatore", entrambi di Arthur Miller, e nel 1959 per "J.B." di Archibald MacLeish. Sin dai primi anni '40 porta in scena a Broadway opere di successo, tra cui le pièce tratte da romanzi di autori contemporanei come Tennesse Williams ("Un tram che si chiama desiderio", "La gatta sul tetto che scotta") e il già citato Miller, con cui stringe una sincera amicizia. Nella seconda metà degli anni '30 affronta le prime esperienze cinematografiche e nel 1944 viene messo sotto contratto dalla 20th Century Fox. L'anno seguente realizza "Un albero cresce a New York", il suo primo lungometraggio. Nel 1947, con "Barriera invisibile" vince il primo Oscar come miglior regista e nel 1955 ne vince un secondo per "Fronte del porto" (1954), ultima collaborazione per il grande schermo con Marlon Brando - uno dei suoi allievi più rappresentativi dell'Actors' Studio - dopo "Un tram che si chiama desiderio" (1951, di cui Brando era già stato protagonista con successo nella versione teatrale) e "Viva Zapata!" (1952). Nel 1955 dirige il suo primo film a colori, "La valle dell'Eden" (primo anche in veste di produttore) che lancia nell'Olimpo delle Star un'altro giovane allievo dell'Actors' Studio, James Dean.
Nel 1963, gli viene affidata la direzione del Lincoln Center Theater (insieme a Robert Whitehead), ma dopo circa due anni decide di interrompere la sua attività teatrale poiché considera il teatro ormai "noioso e arcaico". L'ultima regia cinematografica risale al 1976 con "Gli ultimi fuochi". Nel 1989 ha in progetto di girare "Beyond the Aegean Sea", un film che però non ha mai realizzato. Al suo attivo ha anche diversi romanzi: "America, America" e "The Arrangement" (da cui ha poi tratto i film omonimi), "The Assassins", "The Understudy", "Act of Love", "The Anatolian" e l'autobiografia "Elia Kazan: A Life".
Nonostante il successo, la sua carriera è stata condizionata dagli avvenimenti del 1952: chiamato a testimoniare di fronte al 'Comitato per le Attività Anti-americane', dichiara di essere stato membro del Partito Comunista (dal 1934 al 1936, durante gli anni del 'Group Theatre') e denuncia alcuni colleghi ed amici che vengono iscritti nella 'lista nera' di Hollywood. Per questo motivo, quando nel 1999 gli viene assegnato il premio Oscar alla carriera, molte personalità dello starsystem hollywoodiano non gradiscono la sua premiazione. Anche l'amicizia con Miller dopo questi fatti non è più la stessa.
E' stato sposato con la sceneggiatrice Molly Day Thatcher (dal 1932 fino alla morte di lei nel 1963, da cui ha avuto quattro figli: Judy, Chris, Nick - sceneggiatore, è stato candidato all'Oscar per la miglior sceneggiatura per "Il mistero Von Bulow", 1990 - and Katharine) e con l'attrice Barbara Loden (sposata nel 1967, da cui ha avuto i figli Leo e Marco). Rimasto vedovo anche della seconda moglie (morta di cancro nel 1980), nel 1982 ha sposato Frances Rudge, che gli è rimasta accanto fino alla morte, avvenuta a 94 anni nella sua casa di Manhattan.