Clive DonnerClive Stanley Donner
LONDRA (Gran Bretagna), 21 gennaio, 1926
LONDRA (Gran Bretagna), 6 settembre, 2010
Regista e montatore. Nato nella capitale inglese trascorre l'infanzia nel quartiere di West Hampstead. La sua famiglia è arrivata da due generazioni dalla Polonia e suo padre è un violinista concertista, mentre sua madre ha un negozio di abbigliamento. Mentre frequenta ancora il Kilburn Polytechnic, nel 1943, si avvicina all'industria cinematografica come assistente in sala di montaggio per i Denham Studios. Trova il lavoro per caso, accompagnando negli studios suo padre che deve registrare la colonna sonora di "Duello a Berlino" di Powell e Pressburger. Dopo il servizio militare viene assunto come montatore ai Pinewood Studios dove collabora a capolavori come "L'amore segreto di Madeleine" (1950) di David Lean; "Lo schiavo dell'oro" (1951) di Brian Desmond Hurst, in cui l'attore Alastair Sim interpreta lo Scrooge di Dickens; "Asso pigliatutto" (1952) di Ronald Neame con Alec Guinness e "Il forestiero" (1954) ancora di Neame, con un magnifico Gregory Peck. Negli anni Cinquanta inizia parallelamente la carriera di regista realizzando alcuni film 'low budget'. Il suo esordio, nel 1957 è "Caccia ai diamanti" con Belinda Lee e Ronald Lewis, seguito l'anno successivo da "Heart of a Child". Nel 1962 con "Some People" racconta di un gruppo di adolescenti annoiati che decidono di formare una rock band. In quegli anni approda anche in televisione, realizzando alcuni episodi delle serie "Danger Man" (1961) e "Sir Francis Drake" (1961-1962). Nel 1963 arriva la svolta della sua carriera con "The Caretaker: il guardiano", tratto dalla commedia omonima di Harold Pinter. Convinti del progetto, per realizzare il film Richard Burton, Noël Coward, Peter Sellers e Elizabeth Taylor, oltre a rinunciare ai loro abituali cachet, si tassano di 1000 dollari ciascuno, firmando un accordo per dividere in seguito i proventi. Il film successivo, "Il cadavere in cantina", interpretato da Alan Bates e Denholm Elliot, una pungente satira sulla borghesia inglese, conferma il suo talento e si rivela essere il suo passepartout per Hollywood. Sbarcato in America, nel 1965 gira "Ciao, Pussycat", una commedia in cui lo psicanalista Peter Sellers si trova a raccogliere le confidenze e le frustrazioni del donnaiolo Peter O'Toole, che tenta con tutte le sue forze di rimanere fedele alla fidanzata, interpretata da una bellissima Romy Schneider, a dispetto delle provocazioni delle seducenti Ursula Andress e Capucine. Il film ottiene un grandioso successo al botteghino e viene osannato, nonostante Woody Allen, autore della sceneggiatura, lo rinneghi accusando Donner di aver stravolto le sue idee. "Luv vuol dire amore?" con Peter Falk, Jack Lemmon e Elaine May, realizzato due anni dopo, si rivela un flop, ma senza perdersi d'animo, Clive si getta a capofitto in un nuovo progetto, "Alfredo il grande" (1969), interpretato da David Hemmings. È sul set del film che conosce la costumista Jocelyn Rickards, che diviene sua moglie nello stesso anno e a cui rimane legato fino alla morte di lei, avvenuta nel 2005. Negli anni Settanta, sulla scia del successo ottenuto da Mel Brooks con "Frankenstein junior", si lancia in un nuovo genere, la commedia horror, realizzando "Vampira" (1975), ma il film non ottiene il successo sperato. Due anni dopo il produttore televisivo Gene Roddenberry, padre di "Star Trek", gli chiede di scrivere il film TV "Spectre", inaugurando un nuovo ciclo di esperienze che prosegue negli anni Ottanta con "The Scarlet Pimpernel," "Oliver Twist" (entrambi del 1982) e "A Christmas Carol" (1984). Nel 1980, dal momento che il rapporto tra Blake Edwards e Peter Sellers è molto teso e i due non hanno alcuna intenzione di lavorare insieme, viene chiamato a dirigere il nuovo capitolo della serie della Pantera Rosa, "Romance of the Pink Panther". Purtroppo, il film, scritto a quattro mani da Sellers e Jim Moloney, non vede la luce per via della morte improvvisa del protagonista. L'anno successivo è il regista di "Charlie Chan e la maledizione della regina drago" che vede tra gli interpreti Michelle Pfeiffer e Peter Ustinov. Il suo ultimo lavoro, datato 1993, è la miniserie televisiva "Carlo Magno". Malato da tempo di Alzheimer, muore all'età di 84 anni.