Ayaan Hirsi Ali
MOGADISCIO, (Somalia), 13 novembre, 1969
Sceneggiatrice. A 17 anni con tutta la famiglia deve fuggire all'estero, prima in Arabia Saudita, poi in Etiopia e in Kenya. A 22 si sottrae a un matrimonio combinato e chiede asilo politico nei Paesi Bassi dove poi si laurea in Scienze Politiche mantenendosi con la professione di interprete. Entrata nel partito socialdemocratico arriva ad essere eletta in Parlamento ma, nel 2002, criticando la sua politica troppo tollerante e il mito di una società aperta, lo lascia e passa al partito liberale. In casa di amici conosce il regista Theo Van Gogg, nipote del famoso pittore, ed entra subito in sintonia con lui perché entrambi ritengono che non si possa restare fermi lasciando i fondamentalisti liberi di fare ciò che vogliono. Realizzano insieme il documentario "Submission" che provoca l'ira dei fondamentalistici islamici perchè unisce sacro e profano: i versetti del Corano e il corpo di donna. Il 2 novembre 2004 ad Amsterdam Theo viene accoltellato a morte per la strada, sanzionando per l'Olanda la fine della speranza in una società tollerante e multietnica. Sul corpo di Theo viene lasciato un messaggio per Ayaan: la prossima a morire sarà lei. Da allora anche se costretta a vivere in una base militare, per tutta risposta Ayaan realizza un altro film, 'Submission parte II', che questa volta firma da sola, lasciando nell'anonimato i collaboratori per difenderli. Scrive anche un libro "Non sottomessa - Contro la segregazione nella società islamica" (Einaudi) pubblicato in anteprima mondiale in Italia il 12 aprile 2005.