Lo stand up comedian Richard Gadd traspone in miniserie il suo one man show: il tema dello stalking, subito dichiarato, si fa mezzo di un’autoriflessione straziante su un’identità stravolta con cui dover imparare a convivere. Qualità altissima: è già la serie dell’anno?
Un formidabile Andrew Scott fa rivivere l’iconico personaggio creato da Patricia Highsmith: il Tempo, la Natura, il Male secondo Steven Zaillian, su Netflix
Fukushima, una delle maggiori catastrofi della storia. Su Netflix, una miniserie “antispettacolare” er raccontare una battaglia persa in partenza, da combattere per raggiungere il minimo obiettivo: rimandare il più possibile quella sconfitta
Bullismo e body shaming per il revenge movie di Carlota Pereda, che dilata il suo cortometraggio del 2018. Ma, tra sprazzi superflui di black comedy, grand guignol fuori contesto e cliché da film di genere, è un’occasione mancata
Il genio deviato di Takashi Miike è ancora vivo: la connessione diventa presto duello a distanza e confronto allo specchio. Un unico punto di vista, due mostri diversi, su Disney+
Mike Flanagan continua la sua ricognizione del genere horror. Ma stavolta qualcosa non funziona: puntate troppo lunghe, narrazione non a fuoco, regia non sempre raffinata
Ryan Murphy racconta il serial killer spogliando la narrazione da intenti sociologici e morali, lasciandosi semplicemente andare alla visione dell’orrore. Ma la serie è didascalica, pedante, sensazionalistica, banalmente poco interessante
Cucine da incubo nell’esordio in grande stile dell’attore Philip Barantini. L’audace piano sequenza è un pezzo di abilità non comune e a tratti si sfiora lo stato di grazia. Ma l’one shot ha i suoi limiti