Non per colmare un vuoto, ma per tratteggiare ciò che non vediamo. Con il cuore e non soltanto con l’aridità di un’astratta ragione. Ce lo spiegano due film molto diversi tra loro: Kafka a Teheran e Anatomia di una caduta
La frase della grande poetessa russa Anna Achmatova ci rivela i legami invisibili tra due film molto diversi tra loro: Green Border di Agnieszka Holland e Felicità di Micaela Ramazzotti
Un sentimento che è una linea retta, ma le sue digressioni, le svolte inattese e i cambi di percorso, la rinforzano e la ridefiniscono: ce lo spiegano, in modi diversi, i film di Christopher Nolan e Matteo Garrone
Lì sta agisce il pensiero che rivede, riconsidera, redime per come riformula le cose: dalla “exit strategy” del senile Indiana Jones al viaggio nella memoria del protagonista di The Whale
La sua azione dà forma a esistenze ibride, destinate a quel vivere “tra” che è ricchezza esistenziale, oltre che implosione e malinconia: come succede in Rapito di Marco Bellocchio e Ritorno a Seoul di Davy Chou
Nell’opera prima di Charlotte Wells è un concetto che si riconfigura nella vita transitoria di una vacanza; nel film di Rodrigo Sorogoyen è un luogo che si fa simbolo del dolore
Verso ogni direzione: perché “verso” significa traiettoria, ma anche confine. E limite, che costringe a interrogarsi su cosa sia realtà e cosa no. Fino all’estremo
I documentari di Mario Martone (Laggiù qualcuno mi ama su Massimo Troisi) e Laura Poitras (Tutta la bellezza e il dolore su Nan Goldin) ci dismotrano che ogni vita narrata non ci riguarda e nello stesso tempo ci riguarda completamente