Number one

ITALIA 1973
Una giovane signora americana Deborah, alloggiata in una villa della capitale muore per effetto della droga, ma la sua fine viene ufficialmente attribuita a un suicidio, mentre il marito Teddy Garned fugge. Questi fatti danno il via ad una serie di inchieste condotte da polizia e carabinieri su un mondo equivoco il cui punto di ritrovo è un celebre locale notturno; vengono alla luce così tra personaggi illustri e sconosciuti drogati e trafficanti di droga, pestaggi e assassinii, implicazioni politiche, sequestri e ricatti, ragazze facili e un vorticoso giro di cambiali. Durante le indagini su un furto di quadri gli inquirenti hanno ragione di sospettare che una banda di ladri di opere d'arte sia anche implicata nel traffico della droga. Non riescono però non avendone le prove ad arrestare i colpevoli tanto più che i capi della gang provvedono ad eliminare fisicamente i testimoni della loro criminosa attività. Tutto quello che la polizia riesce ad ottenere è di riesumare il cadavere dell'americana, per sottoporlo ad autopsia.
SCHEDA FILM

Regia: Gianni Buffardi

Attori: Andrea Aureli, Paolo Malco, Chris Avram, Emilio Bonucci, Guido Mannari, Rita Calderoni, Renzo Montagnani, Isabelle De Valvert, Luigi Pistilli, Bruno Di Luia, Paolo Di Tusco, Rina Franchetti, Claude Jade, Howard Ross, Massimo Serato, Renato Turi, Venantino Venantini, Carla Mancini

Soggetto: Gianni Buffardi

Sceneggiatura: Sandro Continenza

Fotografia: Roberto D'Ettorre Piazzoli

Musiche: Giancarlo Chiaramello

Montaggio: Maurizio Mangosi

Durata: 95

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA, 35 MM - TECHNICOLOR

Produzione: SANT'IGNAZIO

Distribuzione: DEAR

NOTE
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 19/06/2019 HA ELIMINATO IL DIVIETO DI VISIONE AI MINORI DI 18 ANNI.
CRITICA
"E' una storia senza capo né coda, vagamente ispirata a un fatto di cronaca nera. Arruffata, discontinua nel ritmo, priva di mordente realistico, non ha alcun interesse, né come ritratto di un certo mondo, vizioso e criminale, né come spettacolo pure e semplice. Gremito di personaggi immorali che si esprimono con nauseante volgarità, attento a descriverne con mercantilistico compiacimento tutte le turpitudini, il film si conclude ironizzando sul principio che è preferibile avere dieci colpevoli liberi, anziché un solo innocente in galera." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 75, 1973)