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Padri e figlie
Giorni nostri. Katie Davis (Amanda Seyfried) è una giovane psicologa, assistente per bambini disagiati. Ragazza che non è mai stata in grado di superare il trauma di un abbandono, Katie è incapace di instaurare rapporti sani con gli uomini. Prima la tragica scomparsa della mamma in un incidente d’auto, poi i progressivi disturbi psichici del padre (Russell Crowe), fino a quel momento scrittore di successo: la piccola Kate, siamo nel 1989, viene affidata alla ricca famiglia della zia materna (Diane Kruger) per un periodo di sette mesi. Tornato dopo il ricovero, Jake, il papà, riporta a casa la sua bambina: il loro è un rapporto speciale, ma la vita ha deciso per entrambi diversamente.
Aaron Paul e Amanda Seyfried in Padri e figlieDopo il passo falso di Quello che so sull’amore, Gabriele Muccino torna a fare ciò che gli riesce meglio: un tempo avremmo detto “film di cassetta”, oggi lo possiamo definire film per il grande pubblico. Sì, perché al netto di qualche solita esagerazione (le crisi tipo epilettico di Russell Crowe, ad esempio…), Fathers and Daughters – titolo diegetico con cui Jake Davis porterà alle stampe il libro con cui sarà ricordato per sempre – è il classico prodotto “made in Usa”, difficilmente criticabile. Prendere o lasciare, insomma, ben consci del fatto che vi ritroverete di fronte ad un drammone che non fa altro che mantenere ciò che promette.
Se vogliamo, il quarto film di Muccino realizzato negli States potrebbe essere visto come un La ricerca della felicità “reloaded”: al centro di tutto, naturalmente, un altro rapporto padre-figlio/a, ma non manca lo sguardo – meno diretto, certo – verso l’insensibilità di un paese, l’America, dove in men che non si dica finisci dalle stelle alle stalle. È il destino di Jake, costretto dalla sorte a dover combattere una battaglia impari per evitare di perdere la propria bambina. Da piccola affettuosa e tenera (interpretata da Kylie Rogers, tra le “baby” protagoniste della serie tv The Whispers), da grande anaffettiva e ninfomane (Amanda Seyfried): basterà incontrare la persona giusta (Aaron Paul, sì quello di Breaking Bad) per ritrovare la fiducia perduta verso gli uomini?
Il regista Gabriele MuccinoDa questo punto di vista, Padri e figlie riesce a creare un’interessante divisione (temporale ed emotiva) della vicenda: alternando le due fasi della vita di Katie – da bambina, il suo rapporto con il papà, e da giovane adulta, il suo rapporto con la vita, con il lavoro (dove aiuta bambini abbandonati), con gli uomini – ci troviamo al cospetto di due storie diverse ma naturalmente intrecciate, una conseguenza dell’altra. Perché, si sa, non siamo altro che il prodotto della nostra infanzia. Nel cast anche Jane Fonda (l’agente letterario di Jake), Octavia Spencer e Quvenzhané Wallis.