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I Beach Boys sono un gruppo a cui la storia della musica non ha reso il giusto tributo. Troppo facilmente etichettati come una semplice pop band, nati in un periodo in cui dall'Inghilterra i Rolling Stones e i Beatles la facevano da padrone e la musica americana si divideva tra il folk impegnato di Bob Dylan e l'onda rock che avrebbe culminato in Woodstock. La band californiana in questo panorama sembrava essere un fenomeno di passaggio, ma non era assolutamente così. Brian Wilson, mente musicale del gruppo, era un artista raffinato e un grande sperimentatore, e non è un caso che il processo creativo che portò alla realizzazione del loro capolavoro, Pet Sounds, sia in tutto e per tutto simile a quello che avrebbero poi seguito anche i Beatles per Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, il loro album più complesso e meraviglioso.
Si racconta anche questo in Love & Mercy, biografia della tormentata vita di Wilson, segnata da problemi mentali di cui approfittò lo psicanalista Eugene Landy, che di fatto lo tenne prigioniero suo e della malattia per quasi un ventennio. Come spesso accade, l'amore per la futura seconda moglie Melinda Laedbetter fu il motore primario della guarigione, insieme al desiderio di tornare a essere un musicista. Equamente diviso tra il periodo Pet Sounds, interpretato da un ottimo Paul Dano, e quello dell'incontro con Melinda, in cui Wilson è interpretato da un John Cusack ispirato come non gli succedeva da tempo, Love & Mercy è un biopic atipico diretto con intelligenza da Bill Pohlad, produttore di assoluto valore (nel suo curriculum troviamo The Tree of Life e Into the Wild, tra gli altri), qui alla sua opera seconda dopo quasi venticinque anni. I due protagonisti fanno rivivere mirabilmente il genio, ma soprattutto i demoni di Wilson, ma se da un lato quello di Dano è praticamente un One Man Show, tra musica e ossessioni, Cusack ha invece la fortuna di essere supportato da due grandi attori come Paul Giamatti, nei panni di Landy, e soprattutto una straordinaria Elizabeth Banks, bellissima e sempre più brava, che tratteggia un'amorevole e risoluta Melinda.
Lo racconta il titolo stesso, quella di Brian Wilson è una vita divisa tra l'amore, per la musica prima di tutto, e il perdono di ciò che si è lasciato alle spalle, a partire dalla famiglia. Una parabola molto umana e narrata con una non comune dolcezza, quasi a cercare entrambe le cose anche da quel pubblico che per troppo tempo non ha potuto godere di uno dei più grandi talenti musicali di sempre.