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Janis Joplin
Dopo il recente doc su Amy Winehouse (presentato a Cannes), dopo il Montage of Heck su Cobain, arriva a Venezia (Fuori Concorso) un altro ritratto su un esponente (uno dei capostipiti, a dire il vero, insieme a Jimi Hendrix e Jim Morrison) del maledetto "Club 27": è Janis di Amy Berg (regista nominata all'Oscar per Deliver Us From Evil). Come da titolo (e proprio come avvenuto nel già citato Amy), la volontà è quella di tirare fuori l'aspetto più intimo, privato, di quella che a tutti gli effetti è considerata la prima icona femminile del rock mondiale.
L'incontro con i fratelli, le interviste ai vecchi componenti dei Big Brothers and the Holding Company (la prima band della Joplin), le lettere inviate dalla cantante alla famiglia e agli amanti (che nel film sono lette dalla voce di Cat Power): Amy Berg porta in superficie la complessità di un personaggio che - per sua stessa ammissione - una volta preso atto del proprio talento continuava ad inseguire un'ambizione: "Non c'entrano i soldi, o la fama, credo sia semplicemente la voglia di sentirsi amati".
Ruota tutto intorno a questo desiderio inconscio, mai quantificabile realmente e, per questo, irraggiungibile, il vuoto che condizionò l'esistenza della Joplin. Vuoto che tentava di riempire con l'alcool, soprattutto con l'eroina. Che le fu fatale il 4 ottobre del 1970, quando venne ritrovata ormai senza vita in un motel di Los Angeles. Erano i giorni della lavorazione di Pearl, suo ultimo album da solista, erano i giorni in cui aveva terminato la lavorazione di Me & Bobby McGee, straordinaria ballata scritta da Kris Kristofferson, anch'egli coinvolto nel doc di Amy Berg. Che in maniera "corretta" tenta di inquadrare l'ininquadrabile: senza particolari guizzi, pur pescando alcune perle dal materiale di repertorio (il festival di Monterey del '67, dove inizialmente l'esibizione della Joplin non venne ripresa..., ovviamente Woodstock nel '69, più vari momenti negli studi di registrazione o dal backstage di qualche live), Janis è un doc onesto, che tenta di scavare nella problematica adolescenza della cantante (ripetutamente oggetto di scherno per il suo aspetto fisico, oltre a non aver mai sentito davvero l'appoggio dei suoi in merito alle proprie scelte di vita) per trovare la chiave di una sofferenza mai superata. Fuori Concorso a Venezia 72.
Ancora Janis Joplin"Cry baby, cry baby, cry baby,
Honey, welcome back home".