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Comicità d’accatto e ambientazione losangelina, atrocemente perfetta in un’ottica glocal de noantri, contraddistinguono l’esordio da protagonisti sul grande schermo della coppia comica Pablo e Pedro, già tra i beniamini della truppa di Zelig. Il primo, nello specifico, è il solito truffatore in fuga dai guai; il secondo è figlio di un ricchissimo imprenditore italoamericano, da poco defunto. La somiglianza fisica tra il tycoon e l’imbroglione italico si presta alla base della finzione per cui Pablo si presenterà dinanzi a Pedro, spacciandosi per il fratello perduto. Si accettano scommesse sulla probabilità che il finale del film veda i due fratelli-di-truffa, dopo averne passate di tutti i colori, divenuti ormai amici per la pelle.
Sceneggiato da Giulio Base - che ci regala battute di pregio come “Please, come in!” “E se me apri, camìn!”- e diretto da Nicola Barnaba, Ciao Brother non diverte né intrattiene, trascinandosi stancamente come un collage di scene a malapena sorrette da un esile filo conduttore che tenta, fra molteplici inceppamenti, di ricostruire lo schema classico della commedia degli equivoci. Tra le curiosità, la presenza nel cast di Mietta e il riconoscimento del MiBact come film di interesse culturale.