Un uomo d'affari, piuttosto confusionario e sfortunato, cerca di convincere un finanziere a sovvenzionare un suo progetto relativo alla valorizzazione turistica e alberghiera di un'isola vicina a Napoli. Un dimenticato cugino dell'affarista, che ritorna dall'America carico di milioni, lo avvicina senza farsi riconoscere e gli dichiara di essere grande amico del cugino lontano. L'affarista, il cui credito ogni giorno di più si rende problematico, approfitta di ciò per diffondere la notizia della morte del ricco suo parente americano, affinché si presuma una cospicua eredità a suo favore. L'imbroglio, però, viene in chiaro e, ancora una volta, i sogni megalomani dell'uomo d'affari sfumerebbero se il cugino non svelasse la propria identità salvandolo. L'intricata vicenda si conchiude con una promessa di matrimonio tra il figlio dell'affarista e la figliuola del finanziere che doveva sovvenzionare lo sfruttamento della famosa isola.
SCHEDA FILM
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Attori: Beth Marion - Bambina, Francesco Ferrara - Gustavo, Regana De Liguoro - Marta, Dina Perbellini - Olga, Dina Sassoli - Lucia Fabbri, Leonardo Cortese - Giorgio, Armando Falconi - Alessandro dell'Incanto, Claudio Ermelli - Olimpio dell'Incanto, Luigi Almirante - Pasquale dell'Incanto, Vivi Gioi - Lucy, attrice di varietà, Gino Bianchi - Moretti, Armando Migliari - Ing. Fabbri, Luigi A. Garrone - Tolomeo dell'Incanto, Remo Lotti - Maggiordomo Aleardo
Sceneggiatura: Dino Falconi, Vittorio Metz, Akos Tolnay
Fotografia: Mario Albertelli
Musiche: Amedeo Escobar
Scenografia: Gastone Medin
Durata: 73
Colore: B/N
Tratto da: Pièce teatrale di Luigi Bonelli
Produzione: FONO ROMA
Distribuzione: GENERALCINE
NOTE
- IL FILM E' STATO GIRATO NEGLI STABILIMENTI PISTORNO - TIRRENIA E AVEVA COME TITOLO PROVVISORIO "L'ISOLA DELL'INCANTO".
- DIRETTORE DI PRODUZIONE: VALENTINO BROSIO.
- AIUTO REGISTA: MARIA TERESA RICCI.
- ORGANIZZAZIONE GENERALE E ASSISTENTE ALLA REGIA: ROBERTO SALVARESE.
- FONICO: MARIO AMARI.
CRITICA
(...) Falconi si fa in quattro per mettere nel film una sostanza un po' preziosa, un colore più vivo e accentuato, un sapore di aperta e vivace farsa. Ma, salvo la sua interpretazione, quasi sempre eccellente il film resta una pellicola di una comicità stanca e artefatta e un tantino umiliante, non dico per lo spirito ma per l'intelligenza. (...)". (A. Franci, "Illustrazione Italiana", n. 37, 15 marzo 1941).